MANTOVA-CURTATONE. Cibo, libri, farmaci e indumenti come tante munizioni nella battaglia contro la povertà, che alimenta l’ignoranza e allarga le fratture. Una guerra aggravata dalla pandemia, che all’emergenza sanitaria somma quella sociale, moltiplicando graffi e ferite di chi vive in equilibrio precario, sul filo delle privazioni. Parte da questa consapevolezza il progetto di Alfaomega “Dona cibo, previeni l’Aids” dedicato alla memoria di Barbara Morandini, l’infettivologa scomparsa nelle scorse settimane, la “dottora” dall’animo gentile che ha contribuito a far nascere l’associazione. A partire da oggi, giornata mondiale contro l’Aids, e il primo martedì di ogni mese, i volontari di Alfaomega offriranno pacchi alimentari alle persone segnalate dai servizi sociali dei Comuni di Mantova e Curtatone. Ma anche attraverso altri canali capaci d’intercettare situazioni di disagio sommerso.
“Solidarietà globale, responsabilità condivisa” è il tema scelto quest’anno per la giornata mondiale contro l’Aids. Tema che l’emergenza attuale rafforza in monito. Adesso che l’Aids fa meno paura perché è sempre più cronicizzabile con i farmaci, ad ammalarsi con pochissime prospettive di riassorbimento nella società sono «gli ultimi degli ultimi degli ultimi». La gente già oltre i margini. Il guaio è che il Covid sta comprimendo questi margini.
Non solo: il virus si sta accanendo sulla psiche dei venti pazienti attualmente accolti nella struttura residenziale gestita da Alfaomega. Gente arrivata attraverso i canali del servizi sociali, del carcere, dell’ospedale, dell’Ats, di realtà che trattano situazioni di disagio. Gente scheggiata anche da problemi psichiatrici che le regole anti-contagio, con la loro scia di divieti, stanno adesso amplificando.
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