Governo di parola sull’A22. Passa la norma anti-privati
Entro l’anno i soci pubblici devono rilevare le quote. Ma c’è lo scoglio del prezzo. Il sindaco: «Quello che ci interessa è che siano garantiti gli investimenti previsti»
Sandro MortariMANTOVA. La ministra De Micheli è stata di parola. Aveva annunciato che avrebbe inserito nel decreto ristori quater la norma per favorire la liquidazione dei soci privati dell’A22, e così ha fatto. Il governo l’ha appoggiata e la norma chiave per affidare la concessione trentennale alla nuova società interamente pubblica, evitando così la gara, è realtà.
A darne l’annuncio, lunedì 30 novembre, è stato il sottosegretario alla presidenza del consiglio Riccardo Fraccaro. «In questo modo – ha spiegato – si risolve in maniera equilibrata ed efficace la questione portando a compimento il percorso virtuoso della costituzione di una società concessionaria a capitale interamente pubblico, così da archiviare il vecchio sistema delle proroghe e consentire finalmente il rilancio dell'infrastruttura».
Non sono così d’accordo i soci pubblici che vanno da Trento a Modena (Mantova compresa) che da sempre chiedevano una proroga di dieci anni dell’attuale concessione alla società con dentro i privati per non mettere in discussione gli investimenti previsti.
E invece ora il rischio è che i quattro soci privati, e cioè Serenissima, Condotte, Banca Bp e Infrastrutture Cis, che pesano per il 14,3% del capitale, si irrigidiscano e aprano un contenzioso sul prezzo per la liquidazione delle loro azioni. Loro, infatti, avrebbero chiesto 160 milioni per cederle ai soci pubblici mentre quest’ultimi, forti dell’indicazione ricevuta dalla Corte dei Conti del Trentino, avrebbero proposto 70 milioni.
Distanza abissale, dunque, tra domanda e offerta che rischia di trascinare la società in un lungo braccio di ferro, con il pericolo di bloccare tutti gli investimenti previsti dall’accordo di cooperazione sottoscritto da A22 e ministero nel 2018. La ministra, però, è andata avanti per la sua strada, dicendosi disposta al massimo ad apportare alcune integrazioni o modifiche all’accordo.
Comunque sia, i privati andranno messi fuori e liquidati entro il 29 dicembre per poi partire con la nuova società in house tutta pubblica a cui verrebbe affidata la concessione. La parola ora passa ai soci pubblici: entro fine dicembre andrà costituita la nuova società, altrimenti si andrà a gara.
Per il sindaco Palazzi «ora è importante che tecnici e legali incaricati da soci e società si confrontino con i soci pubblici e anche con il ministero, per verificare le eventuali conseguenze giuridiche se la A22 decidesse di procedere con il riscatto delle azioni dai privati, così come reso possibile, ma non obbligatorio – osserva – dalla norma». Il tema centrale è il valore delle azioni dei privati: «Credo che nessun socio privato accetterebbe la svalutazione per delibera delle proprie partecipazioni senza intraprendere azioni di responsabilità verso società e soci. Va, quindi, capito se tali azioni porterebbero o meno allo stallo della società».
Palazzi annuncia di aver già chiesto al presidente della Provincia Morselli e a quello della Camera di Commercio Zanetti, gli altri azionisti pubblici mantovani, «un incontro per aggiornarci, e sono certo che a breve ci vedremo con tutti i soci pubblici. Ho anche già chiesto al presidente Kompatscher, come socio di maggioranza, di riunirci. La cosa fondamentale – conclude – è garantire che la strada che si seguirà garantisca davvero l’avvio degli investimenti, che è ciò che interessa al nostro territorio».
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