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Mantova, il Comune punta sul porto: «Opportunità di sviluppo»

Ma per essere un polo logistico di interesse internazionale servono tre elementi: zona economica speciale, nuova governance e infrastrutturazione completa

Sandro Mortari
2 minuti di lettura

MANTOVA. Il porto fluviale di Valdaro, al centro della pianura padana e capace di completare la zona con un unicum di intermodalità gomma-ferro-acqua, è la grande scommessa di Mantova. Farlo decollare come polo logistico di interesse internazionale è uno degli obiettivi del sindaco Palazzi per il suo secondo mandato.

Nelle sue linee programmatiche vengono individuati i tre elementi fondamentali per centrarlo: il completamento delle infrastrutture, una nuova governance e la possibilità di far diventare Valdaro e l’area portuale Zona economica speciale con tutti i vantaggi fiscali che ne conseguono.

Spiega l’assessore all’urbanistica nonché all’ambiente Andrea Murari: «Perché la logistica rappresenti una grande opportunità per Mantova occorre completare le infrastrutture, e cioè costruire il retro porto ad Olmo Lungo, fare il terzo lotto di Valdaro sul lato di Formigosa, con il nuovo ingresso al porto che è in fase di pianificazione da parte della Provincia. E poi c’è da realizzare la piattaforma intermodale con un binario da 750 metri, che può arrivare sino ad un chilometro, per farla diventare la più estesa in Europa. Senza dimenticare - osserva l’assessore - che occorre ottenere l’innalzamento dei due ponti in Veneto che, lungo il canale, limitano la navigazione delle navi di quinta classe». Per quest’ultimo punto da tempo il Comune chiede un tavolo di confronto tra le regioni Veneto e Lombardia.

Per l’infrastrutturazione del porto sono previsti 50 milioni di euro che dovrebbero arrivare dall’Autobrennero spa non appena la società diventerà tutta pubblica e avrà la concessione per 30 anni per gestire i 314 chilometri di autostrada da Modena al Brennero. Sono quei soldi che il sindaco aveva negoziato lo scorso anno con la stessa A22 e il ministero delle infrastrutture nell’ambito del famoso accordo di cooperazione per estromettere i privati dalla società. L’argomento A22 rientra anche nel secondo pilastro fondamentale per il rilancio del porto, e cioè la governance. I mantovani puntano a una nuova società pubblica di gestione, coinvolgendo grandi operatori pubblici della logistica e delle infrastrutture come Autobrennero e Zai.

«Mantova - dice Murari - ha già fatto dei passi in Regione per questo, costruendo una prospettiva in base alla quale l’attuale Valdaro spa, una volta uscita dalla liquidazione, possa rappresentare il contenitore della nuova governance. La società, che è controllata dal Comune, potrebbe coinvolgere i grandi player della logistica e delle infrastrutture per far decollare il nostro porto». C’è, poi, la Zes, la Zona economica speciale, che può sorgere attorno ad un porto e garantire vantaggi e sgravi alle aziende che si insediano.

L’idea è quella di raccordare tutta la navigabilità possibile nel Mantovano, a partire da quella sul Po e, quindi, di coinvolgere i Comuni del Destra Secchia, Ostiglia soprattutto, in una strategia complessiva e unica sul sistema porti della provincia. «Cerchiamo di sfruttare ogni opportunità, a partire dalla Zes e dalla governance - afferma Murari - per inserire le aree portuali di Mantova nei progetti che possono incentivare gli investimenti. Non appena si apriranno queste finestre, noi saremo pronti».
 

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