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Mantova, cantiere fermo da 5 mesi a Frassine: i negozianti allo stremo

«Il Comune ci aiuti come ha fatto con i nostri colleghi per Pradella e cavalcavia». E il vicesindaco Buvoli dopo le verifiche accoglie la richiesta: presentate la domanda

Sandro Mortari
2 minuti di lettura

MANTOVA. Da cinque mesi nel cantiere per il rifacimento della piazza di Frassine non si vede un operaio. I lavori sono fermi dall’estate scorsa e una loro ripresa sembra lontana. Nel frattempo restano i disagi, soprattutto economici, che le barriere metalliche che chiudono la piazza, i materiali abbandonati e l’impossibilità di muoversi liberamente, stanno provocando a una decina di vetrine della zona.

Artigiani e commercianti, messi in ginocchio dal Covid, chiedono al Comune di intervenire con degli indennizzi, come quelli che dati ai colleghi di Pradella un paio d’anni fa. «Il Comune deve indennizzarli visto che è da luglio 2019 che si trovano in quelle condizioni a causa del cantiere» si fa portavoce il capogruppo di Forza Italia Pierluigi Baschieri. «In questo periodo – spiega riferendosi ai bandi “Le botteghe del centro” e “Mantova cresce” – sono diverse le attività commerciali del centro storico che hanno ottenuto un risarcimento dal Comune. Ad avere subìto gravi perdite, però, sono anche i negozi di vicinato delle periferie. E tanti di loro non hanno ancora visto il becco di un quattrino dai decreti ristori del governo».

Come quelli di Frassine, chiusi nella gabbia del cantiere da 17 mesi. Eppure, secondo Baschieri, lo strumento per distribuire aiuti economici esiste: «È il regolamento approvato dal consiglio comunale nel 2017 per compensare le attività danneggiate dai cantieri per opere pubbliche che si protraggono per più di 180 giorni. È stato applicato per quelli di Pradella e poi della ciclabile sul cavalcavia». Le agevolazioni prevedono la riduzione del 50% del canone di occupazione del suolo pubblico e l’azzeramento della quota fissa della Tari, la tariffa rifiuti. Qui, però, sorgono le complicazioni. Il Comune finora ha ritenuto che quello sia un cantiere privato, visto che «nasce come opera a scomputo oneri della lottizzazione di Ghisiolo Est».

La scelta di non monetizzare gli oneri di urbanizzazione ma di far eseguire delle opere dai lottizzanti «è stata fatta dall’amministrazione Sodano, mentre l’attuale ha scelto di destinare queste opere al quartiere di Frassine per la riqualificazione della piazza e la realizzazione della ciclabile». Detto così, ci sarebbero poche speranze per i negozianti del posto di ottenere un risarcimento. Invece il vicesindaco Giovanni Buvoli accoglie le richieste: «Il cantiere è privato e il rallentamento dei lavori non è imputabile al Comune – mette in chiaro – tuttavia l’opera è pubblica e, quindi, anche per Frassine attiveremo la misura utilizzata per aiutare le attività di Pradella. Chi, dunque, ha subìto limitazioni a causa del cantiere faccia richiesta in Comune per ottenere lo storno di Cosap e Tari».

Un cantiere tormentato fin dalla sua apertura quello del Frassine, andato avanti tra problemi tecnici, di consegna del materiale, di espropri di aree, di stop per Covid, fino alla morte dell’amministratore della società Ghisiolo Est, l’imprenditore Pierfrancesco Belfanti. Il tribunale ha nominato un custode giudiziario delle azioni della società e, a metà ottobre, è stato nominato un nuovo amministratore. «Lo abbiamo subito convocato – dice l’assessore ai lavori pubblici Nicola Martinelli – per un’ispezione al cantiere, indicando criticità e disagi che giustamente i cittadini ci segnalano. La situazione è continuamente monitorata e faremo tutto il possibile perché l’opera sia completata quanto prima. Martedì 5 gennaio  incontrerò l’avvocatura per verificare i passi necessari per sbloccare il cantiere».
 

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