SABBIONETA. Parenti, amici e collaboratori hanno riempito non solo l’ampia navata, le cappelle laterali e il coro della parrocchiale dedicata a Santa Maria Assunta, ma anche la storica piazza Ducale, per rispettare il distanziamento anti-Covid. In tantissimi l'8 gennaio hanno voluto porgere l’ultimo saluto a Mario Sarzi Amadè, noto e benvoluto industriale sabbionetano, stroncato da un male incurabile.
Il sacerdote ha poi dato voce alla figlia di Sarzi Amadè, Alessandra: «Non ci sono abbastanza lacrime per piangere Mario, ma saremo forti e uniti come lui vorrebbe. Il papà sarà il nostro angelo custode. Tutti noi lo ringraziamo per l’onesta, per la bontà e l’umiltà. Ci mancheranno le sue premure, le sue capacità di grande imprenditore, il suo sorriso ed il suo carisma: la certezza è che questo amore non andrà perduto e rimarrà indelebile per sempre».
Accanto al feretro sono stati accesi tre lumi, a significare «la fede, la speranza e l’amore», , come ha spiegato il sacerdote. Le note dell’organo suonato da Enrico Rossi hanno sottolineato la commozione del saluto. Sarzi Amadè è stato ricordato da tutti come un capitano d’impresa carismatico e lungimirante, sempre presente nella sua azienda, proiettato nel futuro e attento alle dinamiche aziendali che pretendeva efficienti ed efficaci.