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Tentò lo stupro a Medole, condannato a 5 anni: la donna si era difesa a morsi

La donna si era allarmata perché aveva capito di essere seguita e aveva avvertito il marito con un messaggio sul cellulare

Giancarlo Oliani
1 minuto di lettura

MEDOLE. Condannato a cinque anni di reclusione per aver tentato di stuprare una sessantenne in pieno lockdown. Si tratta di un 26enne originario del Marocco, in Italia senza fissa dimora. L’ha inseguita, raggiunta e gettata a terra. Ha cominciato a toccarla e a baciarla, con il chiaro intento di violentarla: aveva già abbassato i pantaloni e stava cercando di togliere anche quelli della donna. Ma lei ha reagito in modo inaspettato: gli ha morsicato violentemente la lingua. Un dolore fortissimo. Nel frattempo è arrivato il marito della vittima alla cui vista il violentatore s’è dato alla fuga.

Il gravissimo episodio è avvenuto il 9 aprile scorso a Medole, in pieno lockdown. Sono circa le 19. La donna, che abita con il marito alla periferia del paese, esce di casa in sella alla sua bicicletta e prende una strada di campagna. Si accorge, però, che qualcuno la sta tenendo d’occhio. È preoccupata e manda un messaggio al marito: «Qualcuno mi sta seguendo, ho paura». Pochi istanti, e lui è lì e comincia a farle proposte oscene. La donna reagisce ma viene spinta a terra e trattenuta con la forza dal giovane che, nel frattempo si è abbassato i pantaloni. Tenta più volte di baciarla e di strapparle i vestiti.

La vittima ha le braccia bloccate a terra e lui su di lei, non sarebbe in grado di evitare lo stupro. Con la forza della disperazione tenta un’ultima mossa: morsica la lingua dell’aggressore che urla per il dolore. Nel frattempo sopraggiunge il marito che, pochi minuti prima, aveva ricevuto il messaggio della moglie. Il violentatore scappa tra i campi ma, dopo qualche ora, viene catturato dai carabinieri.

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