Mantova,troppo costose le modifiche chieste: i lavori alla Dugoni non partono
Il gestore non riesce a rispettare l’accordo. Il Comune: valuteremo se concedere o meno una proroga
Sandro Mortari
MANTOVA. Nessun cantiere aperto alla piscina Dugoni chiusa, tra l’altro, da fine ottobre in seguito alla seconda ondata di contagi. Entro il 20 dicembre non sono partiti, dunque, quei lavori che il gestore, la società Sport Management e il proprietario dell’impianto, il Comune, avevano concordato l’estate scorsa, al termine di un lungo braccio di ferro che causò lo slittamento dell’apertura della piscina al 12 luglio, con grande disappunto dei cittadini alle prese con l’afa. Che nulla si sarebbe mosso nell’impianto lo aveva comunicato al Comune, il 19 dicembre, il giorno prima della scadenza del termine, fanno sapere da Via Roma, la stessa Sport Management. In una lettera indirizzata agli uffici la società veronese aveva fatto presente che le modifiche chieste dal settore lavori pubblici al suo progetto, che aveva presentato nel 2019, avevano cambiato il quadro economico aumentandone gli importi e che, pertanto, non sarebbe stata in grado di far partire i lavori nella data pattuita. Ieri, poi, in un comunicato la società ha confermato che «non può procedere con le opere» perché «il progetto non è stato autorizzato», ma ha assicurato che «comunque alcuni lavori della delibera sono già stati fatti».
A prima vista, dunque, non è stato rispettato l’accordo che Sport Management e il Comune sottoscrissero l’estate scorsa al momento di riaprire il centro natatorio dopo la prima lunga chiusura per Covid. Allora il gestore, fiaccato dalla crisi economica dovuta al virus, per riaprire la piscina all’aperto chiese aiuto al Comune in termini di riduzione del canone d’affitto e di rateizzazione di quello non pagato. Alla fine l’accordo fu trovato e la piscina riaprì, anche se in ritardo sulla tabella di marcia solita: il pregresso andava saldato a rate (e Sport Management nel corso dei mesi successivi lo ha fatto) mentre il canone veniva abbonato per il 2020 e il 2021 (126mila all’anno). In cambio, Sport Management doveva effettuare quei lavori di riqualificazione sulla vasca interna e su quella fuori (compreso il parco) e sull’impianto idrico per un ammontare di 800mila euro: il cantiere doveva aprire entro il 20 dicembre per realizzare i primi interventi da 500mila euro per poi concludere il resto in estate. Tutte opere che la stessa Sport Management si era impegnata a fare nel 2014, quando l’allora giunta Sodano prorogò di dieci anni la concessione dell’impianto sportivo, fino al 2033.
Questa, dunque, nell’ambito del nuovo accordo Comune-privati, sembrava essere l’occasione giusta per mantenere anche i vecchi impegni. E invece, complice il Covid e il concordato preventivo a cui, nel frattempo, è stata sottoposta la società, non si è verificato. Sport Management non ha presentato allo Sportello unico il progetto con le modifiche richieste dal Comune per ritirare il permesso di costruire. «A questo punto - dice il sindaco Mattia Palazzi, artefice dell’accordo estivo - valuteremo con l’avvocatura e il dirigente di settore la situazione e decideremo quale posizione prendere. La riunione è in programma domani e sarà l’occasione anche per dare una risposta alla nota di dicembre della società. Poi l’ultima parola spetterà alla giunta. L’obiettivo nostro è quello di riaprire la piscina e sul tavolo ci sono gli obblighi che la società si era presa. Una proroga per i lavori? È una delle ipotesi in campo».
È facile prevedere che si concederà altro tempo a Sport Management per avviare i lavori tenendo conto della situazione che si è creata, a partire dalla recrudescenza della pandemia. La società è affidata a due commissari giudiziali e anche questo ha complicato il quadro. Il Comune ne è consapevole e non vuole esasperare i rapporti con il gestore.
Anche se farà di tutto per evitare un’altra apertura estiva in ritardo —.
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