Evasione di Imu e Tasi a Mantova: in due mesi 1,3 milioni
Tra novembre e dicembre il Comune scopre altri 560 contribuenti non in regola. L’assessore al bilancio: «Abbiamo accelerato dopo il lockdown per evitare la prescrizione»
Sandro Mortari
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MANTOVA. La lotta all’evasione fiscale è diventata un must per l’amministrazione comunale di Mantova. Dopo il lungo lockdown di primavera che aveva rallentato l’attività degli uffici volta al recupero di ciò che tanti furbetti avevano evitato di sborsare, la caccia agli evasori ha ripreso vigore. Un dato su tutti lo testimonia: dal 1° novembre al 31 dicembre 2020 il Comune ha stanato 560 evasori o elusori dell’imposta unica sugli immobili (l’Imu) e della tassa sui servizi indivisibili (la Tasi), portando alla luce ben 1.306.516 euro di imposta non pagata. Che si riferisce all’anno 2015, l’ultimo prima della prescrizione quinquennale.
Nel dettaglio, il Comune ha emesso 251 avvisi di accertamento riferiti a 108.821 euro di Tasi non versata (questa tassa adesso è stata abolita e assorbita nell’Imu), di cui tre riguardanti procedure concorsuali che hanno coinvolto altrettante aziende, per 54.100 euro. Di quegli avvisi uno è stato poi annullato (l’importo era di 263 euro), per cui la somma che ora il Comune potrà riscuotere è di 108.558 euro.
Stessa procedura per l’Imu arretrata. Gli uffici hanno emesso 311 avvisi di accertamento per 1.197.695 euro di imposta non versata, di cui 8 avvisi riguardavano procedute concorsuali (per 176.242 euro). Un avviso, dopo il ricorso da parte del contribuente interessato, è stato annullato (3.493 euro l’ammontare), per cui alla fine, l’accertamento ha riguardato 1.194.202 euro.
L’accelerata nella lotta ai furbetti delle imposte si era già registrata dal 1° agosto al 31 ottobre 2020 quando il Comune, dopo sette mesi in cui, in pratica, a causa del lockdown aveva interrotto la procedura, erano stati emessi ben 1.337 avvisi di accertamento di Imu e Tasi non versata per un milione e mezzo di euro.
«Durante la prima chiusura – spiega Giovanni Buvoli, vicesindaco e assessore al bilancio – avevamo interrotto il lavoro di accertamento per dare un aiuto alle imprese e alle famiglie costrette a non lavorare. Abbiamo atteso che la situazione generale migliorasse e poi, in estate inoltrata, abbiamo ripreso gli accertamenti sul 2015 per evitare che l’evasione cadesse in prescrizione. Abbiamo aspettato l’ultimo dei cinque anni per dar modo alla gente di aver più tempo per mettersi in regola e pagare l’arretrato. Poi siamo andati avanti».
Nel 2019 il Comune è riuscito a recuperare più di 4 milioni di imposte non versate; nel 2020 si è arrivati a superare i 3 milioni e mezzo: «Per il 2021 - dice Buvoli - nel bilancio di previsione abbiamo messo 3 milioni 300mila euro di recupero».
Accertate le violazioni, per incassare il dovuto il Comune dovrà aspettare che si concluda la procedura di riscossione coattiva affidata alla società Riscossioni dell’Agenzia delle entrate per le somme superiori ai 20mila euro e all’Ica per quelle sotto a quella cifra. «È per questo – spiega il vicesindaco – che nel bilancio siamo costretti ad accantonare una cifra consistente, ogni anno, nel fondo per i crediti di difficile esigibilità. Che nel 2021 arriverà a toccare i 42 milioni, soldi che non possiamo impegnare. Qui ci sono i tributi e le multe non pagate e tutte quelle somme che il Comune dovrebbe incassare ma su cui pendono dei contenziosi giudiziari. Come i 9 milioni che una ditta di Goito dovrebbe darci per le escavazioni abusive a Valdaro».
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