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I progetti non ci sono: a rischio 120 milioni

Allarme dei costruttori Ance: sono l’ultima parte dei fondi per la ricostruzione dell’edilizia pubblica post-terremoto

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MANTOVA. Sembra paradossale, ma è così. Ci sono i soldi (tanti), non si può dire che scarseggino le necessità di ristrutturare parte del patrimonio immobiliare pubblico, non si può dire che l’economia stia vivendo una fase felice: fatte queste premesse, i lavori non possono partire perché mancano i progetti.

«Se non verrà prorogato lo stato di emergenza per il terremoto del 2012 almeno fino al 31 dicembre 2022, il territorio rischia di dover rinunciare a circa 120 milioni di euro di risorse pubbliche». Ecco, il punto è questo. L’allarme su un possibile ritorno a Roma dei milioni stanziati dopo il sisma viene lanciato dal presidente dell’nce di Mantova (l’associazione dei costruttori edili di Confindustria), Attilio Scacchetti.

«Da parte mia non c’è alcuna volontà di polemizzare con le amministrazioni comunali, ma c’è la necessità di richiamare l’attenzione dei nostri politici su questo tema fondamentale. Le incertezze legate alla proroga del termine dello stato di emergenza, alle forzate interruzioni delle attività dei cantieri a causa della pandemia da Covid-19, in una situazione che inevitabilmente si ripercuote anche sulla funzionalità dei servizi degli enti locali, rischiano di non conseguire l’obiettivo sperato e di lasciare sul campo molte delle risorse finanziarie destinate al nostro territorio».

I soldi a disposizione della gestione commissariale per il terremoto del 2012 sono nell’ordine di 850 milioni di euro e rappresentano per il territorio mantovano una dote importante che chiaramente deve essere impiegata nella sua totalità. Il territorio non può perdere l’occasione, ma a questo punto rischia di farlo.

«La linea seguita dal Commissario per la ricostruzione della Lombardia - prosegue Scacchetti - ha opportunamente dato priorità temporale alla ricostruzione privata, mentre la ricostruzione pubblica rischia ora di non cogliere nei tempi tutte le opportunità perché non fa corrispondere ad ogni stanziamento la progettazione. Le risorse finanziarie finalizzate alla rifunzionalizzazione dei centri storici colpiti dal terremoto e al recupero dei beni culturali rischiano così di non concretizzarsi completamente in cantieri».

Scacchetti sottolinea come uno di nodi critici sia tra l’altro la difficoltà per i Comuni di assumere personale aggiuntivo per gli uffici tecnici e di pagare gli straordinari: «Come si legge nelle relazioni della gestione commissariale, le difficoltà possono essere risolte solo con interventi normativi ad hoc tesi all’obiettivo minimo di concedere agli enti locali la possibilità di continuare ad avvalersi di tecnici esterni, almeno fino al 31 dicembre 2021, ad allargare le maglie di utilizzo dei fondi già a disposizione della gestione commissariale, ad offrire almeno in parte la copertura finanziaria utile a far fronte agli extra-costi legati inevitabilmente all’emergenza sanitaria».

L’occasione potrebbe essere quella di inserire la questione e a proposito nel decreto “Mille Proroghe”, prima della sua approvazione. Intanto l’Ance chiede che siano rispettati i pagamenti dovuto con l’avanzamento dei lavori.

 

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