A Mantova calano contagi e ricoveri: «Primi spiragli di ripresa»
Il direttore generale dell'Asst Stradoni: «Se continua così, possiamo aumentare l’attività chirurgica». Per la vaccinazione di massa previsti venti poli di piccole, medie e grandi dimensioni
Roberto Bo
MANTOVA. Il calo dei contagi c’è, è sotto gli occhi di tutti ed è pure ben marcato. Sia a livello nazionale sia provinciale. Ma da metà gennaio oltre ai test molecolari il ministero della Salute ha deciso che possono essere utilizzati anche i test rapidi o antigenici, certamente meno affidabili dei tamponi tradizionali, salvo quelli di ultimissima generazione.
L’aumento del numero dei test anti Covid ha ridotto così la percentuale dei positivi che a livello nazionale negli ultimi tre mesi, confrontando le due settimane di metà ottobre 2020 e metà gennaio 2021, è scesa del 12,2%. E a Mantova? Il calo è stato ancora più evidente: negli ultimi due mesi, confrontando le due settimane dal 16 al 22 novembre (i giorni del picco) e dal 18 al 24 gennaio abbiamo avuto un crollo, pari al -51%. E in Rianimazione siamo passati dai dodici ricoveri del 18 gennaio ai sette del 27 gennaio.
«Buone notizie sul fronte della circolazione del virus – conferma il direttore generale dell’Asst di Mantova, Raffaello Stradoni durante il consueto punto del mercoledì su Facebook – l’andamento della curva sembra essere in calo secondo la media mobile a sette giorni. Una situazione che aspettavamo da tempo. Nonostante questo invitiamo sempre al rispetto delle misure di precauzione. Dal punto di vista ospedaliero questa riduzione non si è ancora manifestata. Sì, abbiamo una situazione meno critica nei reparti Covid e al pronto soccorso e qualche spiraglio sul numero dei ricoveri, passati da 170 ai 150. Speriamo di riuscire a ridurre i nuovi ingressi e di liberare altri posti letto. Speriamo di riuscirci nel giro di quindici giorni e di riprendere in modo più consistente le attività chirurgiche che siamo stati costretti a ridurre per colpa del Covid». Nelle prossime ore Stradoni ha messo in agenda gli incontri con i primari delle Chirurgie per stilare un programma.
Capitolo vaccinazioni. Stradoni fa sapere che finora sono state vaccinate circa 10.500 persone, di fatto quasi tutto il comparto ospedaliero, salvo qualche residuo come gli studenti universitari e i lavoratori delle ditte in appalto.
«Grazie alle ultime forniture arrivate al Poma – continua – ora siamo impegnati a rivaccinare questi 10.500 soggetti con la seconda dosi. Abbiamo un’autonomia fino a domenica, attendiamo l’arrivo di altre dosi. Spero che entro la prima settimana di febbraio si possa completare la fase dei richiami. Poi inizieremo con i soggetti della fase 1b, farmacisti, dentisti e altro personale che ruota attorno al mondo della sanità».
Il direttore generale spiega che per queste persone saranno utilizzati ancora gli ambulatori ospedalieri, mentre quando si inizierà la fase della vaccinazione di massa il progetto è di attivare almeno una ventina di ambulatori vaccinali, che potranno essere singoli, raggruppati o anche edifici di medie e grandi dimensioni come i palazzetti dello sport.
«Il drive through alle Grazie – aggiunge – è idoneo per i tamponi ma non per i vaccini. Siamo comunque in contatto con i Comuni per trovare nuovi spazi. Intanto la Pfizer ha garantito che dal primo febbraio le consegne saranno più regolari. Attendiamo anche l’arrivo dei vaccini Moderna e AstraZeneca e stiamo stipulando i protocolli di intesa per avvalerci della collaborazione dei farmacisti e dei medici di medicina generale».
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