È caccia alle varianti Covid: a Mantova niente brasiliana
L’esito dei tamponi inviati dall’Ats a Pavia sui rientri dal Sudamerica: nessun caso
Roberto Bo
MANTOVA. I sanitari dell’Ats hanno scovato quella veneta e quella inglese, ma per fortuna a Mantova la brasiliana non si è ancora fatta vedere.
La discussione sulle varianti al Covid-19, sulla loro gravità e sull’efficacia dei vaccini continua ad animare il dibattito tra gli esperti del settore. Intanto, però, al momento la variante più temuta, quella brasiliana, non si è ancora manifestata in provincia di Mantova. La conferma arriva direttamente dall’Ats che nei giorni corsi aveva inviato al policlinico San Matteo di Pavia i tamponi di alcuni mantovani rientrati dal Brasile e contagiati dal Covid-19 per verificare la presenza della variante. La risposta è arrivata in queste ore: nessun caso. Intanto ieri i nuovi positivi in provincia di Mantova sono stati 98.
L’indagine epidemiologica a largo raggio dell’Ats era partita dopo la scoperta nel Mantovano, alcune settimane fa, di una variante italiana conosciuta come “veneta”. Successivamente erano stati inviati al San Matteo altri tamponi di mantovani rientrati dall’Inghilterra e su tre era stata riscontrata la variante inglese. A quel punto l’indagine è andata avanti anche su altri 16 test positivi di persone al rientro dal Brasile.
In questi giorni in Italia è salita l'allerta per le varianti del virus SarsCoV2, soprattutto dopo i tre casi di positività a quella brasiliana scoperti in Abruzzo che si vanno ad aggiungere al primo caso registrato a Malpensa del paziente ricoverato a Varese e alle decine di casi di variante inglese segnalate negli ultimi giorni in diverse Regioni. E è di ieri la notizia che a Bergamo la variante inglese è stta ricontrata anche su due non viaggiatori. A preoccupare non è solo la loro capacità di poter eludere i vaccini anti-Covid, ma anche quella di sfuggire agli anticorpi monoclonali che si stanno affacciando sul mercato, una questione delicata su cui stanno provando a fare luce diversi studi.
Nel frattempo Pfizer/BioNTech ha riferito che il vaccino sviluppato contro il Covid è efficace anche contro le varianti individuate di recente nel Regno Unito e Sudafrica. «Le piccole differenze» rilevate nei test che hanno messo a confronto il coronavirus originale con le mutazioni «difficilmente porteranno ad una significativa riduzione dell’efficacia del vaccino», ha affermato l’azienda.
Sulla variante brasiliana ci sono ancora studi da completare, tanto che il 27 gennaio Il direttore generale della prevenzione del ministero della Salute, Giovanni Rezza, ha precisato che: «Nel momento in cui si stanno rendendo disponibili i vaccini abbiamo assistito all’emergere di varianti di Sars-Cov-2 che destano una certa preoccupazione». Soprattutto per quanto riguarda «quella brasiliana su cui non sembra avere efficacia il vaccino».
Preoccupa «la variante UK, quella del Kent, nel sud est dell’Inghilterra, dove purtroppo c’è Londra, metropoli molto popolata e con molti italiani. La variante ha iniziato a circolare lo scorso autunno e potete immaginare la mobilità. L’R0 sembra essere aumentato rispetto agli altri ceppi, c’è qualche elemento che suggerisce una maggiore letalità ma i dati sono contrastanti. La buona notizia è che sembra rispondere ai vaccini», osserva Rezza. Per il direttore della Prevenzione del ministero, «forse quella che preoccupa di più è la variante brasiliana, emersa in Amazzonia e su cui ci sono dubbi sull’efficacia dei vaccini».
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