«Le coppie non scoppiano per i tradimenti ma per le liti continue»
Parla un avvocato che si è occupato di tanti divorzi e separazioni
V.Da.
MANTOVA. Il ritornello della canzone Briciole interpretato da Noemi recita «Non c’è più niente, niente, niente che mi leghi a te». Pare l’anticipazione di un divorzio sicuro. Ma quali sono le cause determinanti a monte delle coppie che scoppiano?
«Quelli innescati dall’ultimo lockdown sono minimali – spiega l’avvocato Marisa Bedotti, esperienza dettata da centinaia di casi trattati – i motivi in genere si trascinano da tempo, sono incancreniti. La coppia inizia ad avere esigenze diverse, si creano delle crepe dove spesso si inserisce il terzo o la terza, ma il tradimento coniugale ai fini sessuali non è la causa primaria. Semplicemente i coniugi non si sopportano, vedono le cose in ottiche diverse, le discussioni non si contano più e arriva il momento che, o consensualmente o uno dei due citando l’altro in tribunale, pongono fine a una situazione ormai inconciliabile».
Due domande sono quasi d’obbligo: esistono tipologie ed età a rischio separazione? E ancora, ha credito la famosa crisi del settimo anno di matrimonio? «Direi di no, magari coincide ma solo per caso – continua l’avvocato Bedotti – mi sono occupata di casi di persone di sessantacinque o settant’anni con alle spalle venticinque anni di matrimonio che si sono separati e non certo per motivi sessuali. Così come di coniugi ben più giovani, tra i trentacinque e i quarant’anni che si sono lasciati dopo pochi anni di convivenza. Direi che sono situazioni trasversali che interessano tutte le classi sociali: dagli operai ai professionisti affermati. Per i primi magari a motivare la separazione sono i problemi economici, per gli altri talora le esigenze di lavoro che allontanano i coniugi oppure diverse idee per l’educazione dei figli».
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