Mantova, Mol Italy vende un altro ramo e in Ies è “allarme spezzatino”
L’asset luce e gas del gruppo va al socio di minoranza: terza cessione in due anni. I sindacati confermano lo stato di agitazione dei dipendenti: «Basta reticenze»
Monica Viviani
MANTOVA. Nuove nubi nei cieli di strada Cipata: Mol Group Italy, di cui Ies è la capogruppo, cede anche il ramo luce e gas. E mentre continua lo spezzatino societario, cresce la preoccupazione dei lavoratori per le prospettive del polo logistico mantovano con i sindacati di categoria Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil che confermano lo stato di agitazione proclamato a dicembre.
La notizia è apparsa come sempre su alcuni siti specializzati: «Unogas Energia, società attiva nella vendita di energia elettrica e gas ha acquistato l’80% delle quote di Mol Group Italy Luce & Gas. Con questa operazione, detenendone già il restante 20%, Unogas diventa socio unico». Si tratta della terza cessione nel giro di un paio di anni. Risale al 2019 l’avvio della procedura per l’affitto a Petroli Firenze del ramo d’azienda Batec, vale a dire la produzione di bitume modificato realizzata nello stabilimento di Mantova, per una durata di cinque anni rinnovabile di altri cinque. Ed è poi del novembre scorso la notizia della cessione a Butangas del ramo d’azienda relativo al servizio di distribuzione e vendita di gpl di Panta Distribuzione, società del gruppo controllata al 100% da Ies. L’ulteriore cessione di questi giorni vede crescere l’allarme dei dipendenti, già in stato d’agitazione, come confermano i sindacati.
«Lo smembramento a spezzatino dei vari rami di Ies nel silenzio generale da parte dell’azienda e le reticenze rispetto al futuro del sito produttivo di Mantova preoccupano le lavoratrici e i lavoratori del gruppo» racconta il segretario della Filctem Cgil Federico Chiavolelli che avverte: «Abbiamo uno stato di agitazione sindacale aperto dal 23 dicembre che, nonostante i tavoli di queste settimane con i vertici aziendali, confermiamo in toto. I nodi irrisolti sono ancora tutti lì: o si torna ad investire con un piano industriale di prospettiva a difesa della mantovanità del progetto Mol Italy provando a risalire la china di questo ultimo anno o le preoccupazioni e la mobilitazione di sindacato e lavoratori saliranno ben oltre la soglia attuale di allerta». Anche il segretario generale di Femca Cisl Gianni Ardemagni punta il dito contro «l’operazione di spezzettamento societario» che «nell’immediato dà ristoro all’economia dell’azienda, ma mina per il futuro la stabilità del gruppo in Italia che man mano perde pezzi importanti». Per questo «stiamo lavorando per attivare un tavolo nazionale di confronto con la multinazionale, per approfondire la volontà di investire e rafforzare la presenza in Italia con particolare riferimento alle prospettive del deposito di Mantova e dell’occupazione presente».
Riferisce poi il segretario generale della Uiltec Uil Giovanni Pelizzoni che «nell’incontro con l’azienda del 15 gennaio abbiamo chiesto cosa intendevano fare per dare prospettive alla società e non abbiamo ricevuto risposte», che «oltre a Batec, al gpl e ora al ramo luce e gas c’è anche tutta la partita chimica tornata sotto la casamadre ungherese» e «non mancano altri segnali di uno spezzettamento che porta a chiedersi cosa rimarrà di Mol Italy visto che sul fronte del rilancio non si vede nulla». In settimana «abbiamo riunito i lavoratori in assemblea – conclude – e sono preoccupati per questa continua cessione di asset, per la mancanza di chiarezza e di risposte sulle prospettive. Senza contare che non sono stati rimpiazzati i dipendenti del commerciale che se ne sono andati: la contrazione dei volumi non giustifica un calo del personale che andrebbe potenziato in un momento in cui bisogna aggredire i mercati».
Prossimo incontro con i vertici di strada Cipata: 3 marzo. Attendesi risposte.
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