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Un fiume d’energia dal Mincio: via alla quinta centrale idroelettrica

Cantiere a Marengo, sullo Scaricatore Pozzolo-Maglio, investiti 4 milioni. Si sfruttano piccoli salti d’acqua grazie alle tecnologie più efficaci

Francesco Romani
2 minuti di lettura


MARMIROLO. Ormai il corso del Mincio e dei canali connessi sono diventati una sorta di “energy valley”, un fiume di energia garantita dall’acqua come risorsa perenne e rinnovabile. Nonostante il minimo dislivello, 65 metri sul livello del mare il lago di Garda, 18 quello Superiore di Mantova, il miglioramento delle performances delle turbine idrauliche ha consentito di sfruttare anche minimi salti d’acqua. Così, in pochi anni, le centrali idroelettriche sono spuntate come funghi. Facili da costruire, senza praticamente manutenzione, i piccoli impianti garantiscono il funzionamento 365 giorni l’anno. E i costi di costruzione e di gestione si abbassano dove il regime è costante e le sponde del corso d’acqua sono regimentate da sponde.

È il caso dello “scaricatore Pozzolo-Maglio, una derivazione del Mincio che ha il suo inizio nella frazione di Pozzolo del Comune di Marmirolo, a valle di Peschiera del Garda e termina a Soave di Porto Mantovano dove si immette nel Diversivo. Sponde e letto in cemento, è largo circa 40 metri e profondo al centro circa 4-5 metri per una capacità massima di 130 metri cubi al secondo di portata. Caratteristiche che lo rendono ideale per piccole centrali. L’ultima in ordine di tempo è quella che sta sorgendo a valle della provinciale 17 nei pressi di Marengo.

Qui la società Marengo Hydro srl, che fa capo al gruppo L&L, la stessa compagine sociale che sta progettando il biometano di Goito, ha ricevuto dalla Provincia l’autorizzazione a costruire e gestire un pianto idroelettrico da 238 kiloWatt. Funziona grazie allo sfruttamento della differenza di quota del canale scaricatore del Mincio che in quel punto ha un salto di circa 8 metri, produce energia elettrica da fonte rinnovabile e pulita. L’impianto, di piccola taglia, poco invasivo e con scarso impatto ambientale, sfrutta delle turbine ad asse inclinato, grandi eliche che funzionano i bassi dislivelli. «Le nostre sono turbine bi-regolanti, le più performanti - spiega l’ingegner Stefano Lucchini, della Marengo Hydro -. Abbiamo investito circa 4 milioni e l’impianto sarà pronto se tutto va bene il prossimo mese lavorando poi 8mila ore l’anno».

Pochi metri a monte, è stata già costruita una centrale idroelettrica, che funziona invece a coclea, sulla corrente del canale. La proposta è venuta dalla società Idracqua srl per sfruttare il salto d’acqua di Marengo di soli 1,60 metri. Poco più a monte si trova invece la centrale del Marenghello, attiva dal 2013 e gestita dalla Tea Sei del gruppo tea. Sfruttando un salto di 4 metri, genera una potenza di 353 kiloWatt.

A valle di Marengo si trovano altro due impianti. Si trovano a distanza di soli seicento metri. Quello a monte, sfrutta il salto di “Belbrolo”di Goito, a sud di Maglio: 6,3 metri di salto che generano 249 kiloWatt. Oggi è gestito dalla società Soave Hydro, dlelo stesso gruppo bresciano che gestisce la Marengo Hydro. Ultimo salto, quello di Soave, 3,3 metri per una potenza di 187 kiloWatt e una centrale gestita da Mincio Energy.

In totale si tratta di circa un kiloWatt di produzione in meno di 15 kilometri di canale.

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