Mantova e altre 11 città italiane chiedono a Draghi di far ripartire la cultura nei weekend
L'appello lanciato da 12 assessori di città d'arte per riaprire i musei nei fine settimana e far ripartire i cinema e i teatri in sicurezza

MANTOVA. Mantova e altre 11 città italiane si mobilitano per far ripartire la cultura, chiedono che i musei restino aperti anche nei weekend e che si possa tornare in tutti i luoghi della cultura, teatri, cinema, auditorium, associazioni, ovviamente in sicurezza.
E si mettono a disposizione del governo per condividere il percorso da fare. A lanciare l'appello al premier Mario Draghi, forti anche dell'attenzione riservata al tema dal nuovo presidente del Consiglio dei Ministri nel suo discorso al Senato, sono stati, in un incontro online, 12 assessori alla Cultura di alcune delle maggiori città: Torino, Roma, Milano, Firenze, Mantova, Bari, Venezia, Palermo, Ancona, Cagliari, Napoli, Bologna.
«La cultura è un diritto inalienabile e l'assenza di dimensione culturale nel nostro Paese praticamente da un anno, a parte una breve parentesi estiva, sta rischiando di diventare cronica», ha sottolineato l'assessore di Milano, Filippo del Corno. «Lo sviluppo del comparto culturale in Italia passa per il 90% dai Comuni - hanno aggiunto Francesca Leon e Tommaso Sacchi, assessori di Torino e Firenze - e a noi è toccato, in questo anno così difficile, cercare di incontrare ed aiutare tutti i lavoratori del comparto, anche quelli intermittenti, gli invisibili. Un lavoro che dobbiamo condividere con il governo con un protocollo unico e con quello che auspichiamo possa essere un tavolo permanente».
Ines Pierucci, assessore a Bari, auspica una «legge quadro nazionale», mentre tutti hanno convenuto come «le riaperture di tutti i siti culturali debbano venir sottratte al cambiamento dei colori delle regioni, e diventare irreversibili».
«Solo così si può pensare a riprogrammare mostre, concerti, rassegne restituendo cultura ai cittadini e un impiego alle migliaia di addetti del settore - aggiunge Del Corno - ovviamente al netto di nuove gravi emergenze sanitarie che ci troverebbero subito d'accordo nel richiudere. Ma ad oggi sappiamo che i luoghi della cultura, debitamente vagliati e a norma anti Covid, sono tra quelli a minor rischio di contagio». Nel loro appello, gli assessori auspicano anche la creazione di un fondo speciale destinato alla ripartenza delle Città sul piano culturale. «Queste nostre proposte - dicono - nascono dall'esperienza e dal nostro impegno constante nella tutela della produzione e programmazione del lavoro culturale. Il nostro intento è allinearci a quanto sostenuto dal presidente Draghi: 'il rischio è di perdere un patrimonio che definisce la nostra identità».
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