A Mantova il virus ha ripreso a correre: spaventa l’effetto-Brescia
Più ricoveri in rianimazione e al pronto soccorso. Gimbe: spia rossa in 41 province. Il direttore dell'Asst Stradoni: «Avevamo programmato la ripartenza, ma è rimandata»
Roberto Bo
MANTOVA. I casi settimanali sono in aumento con una brusca inversione di tendenza rispetto all’ultimo mese e mezzo. La causa potrebbe essere la presenza delle varianti che si stanno diffondendo anche nel territorio mantovano. Del resto la situazione è diventata allarmante nelle ultime ore al confine bresciano e cremonese, dove l’arancione è diventato rafforzato e dove la mutazione inglese sta correndo. Questo il bilancio Covid dell’ultima settimana.
Con un quadro di nuovo pesante anche al pronto soccorso Covid del Poma, dove fino a tre giorni fa non si contavano più pazienti. ll 25 febbraio letti tutti occupati con arrivi anche dal Bresciano. E nella sezione non Covid i pazienti barellati sono tornati a sostare nei corridoi. «Purtroppo ce lo aspettavamo» confessano i medici. In crescita anche i ricoveri in Rianimazione, con l’arrivo di pazienti dal Bresciano. Il 25 febbraio i ricoverati erano 12, con 8 nuovi ingressi in una settimana.
La conta del numero dei nuovi positivi nel Mantovano (il 25 febbraio 214) mostra da alcuni giorni una curva in risalita. Da inizio anno e fino a metà febbraio era sempre stata in discesa con il seguente andamento settimanale: 1.217, 1.117, 750, 727, 602 e 594 fino al 14 febbraio. Ma nell'ultima settimana qualcosa è successo, soprattutto al confine con il Bresciano, e non solo. In provincia di Mantova nella settimana dal 15 al 21 febbraio i nuovi positivi sono nuovamente aumentati arrivando a quota 681.
La spiegazione potrebbe nascondersi nell’esplosione di casi nella vicina Brescia. Una variazione che si evince dai dati della fondazione Gimbe sull'incidenza ogni 100mila abitanti. Mantova fino al 21 febbraio risultava più o meno stazionaria, mentre nella vicina Brescia i casi sono esplosi negli ultimi giorni. Proprio la fondazione ha lanciato l’allarme per 41 province italiane dove in una settimana l’aumento di casi è stato superiore al 20%. In elenco non figura Mantova, mentre sono inserite Brescia, Cremona, Verona, Reggio Emilia e Rovigo. Il grafico della provincia di Mantova nelle due settimane dal 12 al 26 gennaio segnava 430 casi, con Brescia a 340. Nelle due settimane dal 19 gennaio al 2 febbraio Mantova è scesa a 360 più o meno al pari di Brescia.
L'ultimo rilevamento (9-23 febbraio) mostra Mantova a 320 (poco sopra la media lombarda), mentre Brescia è schizzata a oltre 600 casi. La nostra provincia indica inoltre un incremento percentuale di casi settimanali pari al 3%, mentre Brescia corre al 7%. Stando ai dati di Regione Lombardia la provincia di Mantova da inizio pandemia ha registrato già 22.652 casi di Covid, con 1.194 decessi. Gli attualmente positivi, al 21 febbraio, erano 1.468, mentre circa un mese fa, al 24 gennaio, erano 2.049 (+581 rispetto a oggi).
La conferma di un peggioramento dei numeri arriva anche dal direttore generale dell’Asst, Raffaello Stradoni: «La variante inglese sta condizionando la circolazione del virus con un incremento dei ricoveri. Abbiamo già notato qualcosa nei nostri ospedali con ingressi dal Bresciano ma anche dal nostro territorio. Volevamo ripartire con la programmazione che avevamo approntato ma al momento non siamo ancora in grado di fare fede a questo tentativo. I nostri programmi, alla luce dell’evoluzione della pandemia, vengono confermati o modificati di settimana in settimana».
Un cenno anche alle vaccinazioni: «Abbiamo iniziato e miglioreremo le vaccinazione agli ultra 80enni. A breve dovremmo ricevere anche il vaccino Moderna, una piccola scorta del quale lo riserveremo soprattutto alle vaccinazioni domiciliari».
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