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Raddoppio ferroviario Mantova-Milano: progetto da rifare

Il Consiglio superiore dei lavori pubblici chiede modifiche e integrazioni a Rfi.Gli enti locali: accolte le nostre proposte. Colaninno: ma indietro non si torna

Sandro Mortari
2 minuti di lettura

MANTOVA. Il progetto definitivo del raddoppio della ferrovia tra Mantova e Piadena (34 chilometri verso Milano che costeranno 490 milioni, di cui 340 già disponibili) va «rivisto, modificato e integrato», nel rispetto delle «prescrizioni e tenendo conto delle osservazioni e raccomandazioni».

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È la conclusione del Consiglio superiore dei lavori pubblici, sezione prima e terza, dopo aver esaminato l’elaborato predisposto da Italferr per conto di Rfi che si trova al ministero dell’ambiente per la Valutazione di impatto ambientale (Via). La relazione dell’organo tecnico del ministero è stata illustrata ieri, nel corso di una videoconferenza, a Provincia e Comuni di Mantova, Bozzolo, Curtatone, Castellucchio e Marcaria riuniti a Palazzo di Bagno.

Rfi, dunque, deve rifare il progetto, ritenuto in certe parti «confuso e carente» riferiscono alcune fonti, e accogliere le richieste avanzate dai territori e finora ignorate. Soprattutto, dovrà integrare meglio il progetto con quello dell’autostrada Mantova-Cremona, che scorrerà a 200 metri dai binari, cosa che costringerà le Ferrovie a rivedere le quote dei binari e a riprogettare sovrappassi, sottopassi e ponti previsti per sostituire i tredici passaggi a livello che saranno eliminati lungo la linea e che nella versione originale, in alcuni casi, spaccavano in due i paesi.

«Finalmente dovranno tener conto delle nostre richieste» afferma il sindaco di Bozzolo Giuseppe Torchio, tra i più battaglieri nell’esigere il coinvolgimento dei territori nella progettazione. «È confortante – aggiunge – che il Consiglio superiore dei lavori pubblici, entrando nel merito tecnico, abbia inserito una serie di valutazioni che anche le forze economiche del territorio avevano sollevato. Tutte le intersezioni previste da Rfi sulla Padana Inferiore sono state messe in discussione. Il colmo è essersi dimenticati dell’interferenza con la futura autostrada. Queste modifiche – precisa – non allungheranno i tempi, ma Rfi doveva avere subito il coraggio di andare avanti con tutti gli enti».

Di relazione «decisamente critica» del Consiglio superiore verso Rfi parla anche Beniamino Morselli, presidente della Provincia. «Il lavoro del Consiglio – dice – è stato coerente con le nostre considerazioni. Ha lavorato sul progetto Rfi e le nostre osservazioni non le aveva; per questo le invieremo anche al ministero delle infrastrutture. Ora si rimette la palla al centro per condividere soluzioni con i territori, cosa mai fatta prima. Credo che tutto questo non influirà sui tempi: la procedura di Via va avanti anche se su un progetto che dovrà essere integrato».

Matteo Colaninno di Italia Viva, “padre” del raddoppio, mette tutti in riga: «Indietro non si torna – ammonisce – la prossima settimana la commissione trasporti della Camera voterà il parere sull’allegato al decreto semplificazioni con le opere strategiche, tra cui il raddoppio. Se ci sarà da cambiare il progetto per tenere conto delle esigenze degli enti locali, di cui sarò a disposizione per risolvere i problemi, si farà, ma questo non fermerà l’opera. Parlerò col ministero delle infrastrutture e con Rfi affinché si trovino le soluzioni». «Il raddoppio è un opera prioritaria – fa eco il deputato Alberto Zolezzi – ma si sta rischiando di rimandare progetto definitivo e gare di appalto a causa di un progetto per un’autostrada fantasma».
 

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