Un centro estetico nell’ex sala giochi chiusa per mafia a Mantova: «Segno di riscatto»
Nuova vita per il locale di viale Partigiani vuoto da due anni. L’attività sarà gestita da tre donne disoccupate per il coronavirus
Igor Cipollina
MANTOVA. Dalla rovina con le proprie dita, allacciate ai tasti delle slot, alla cura di sé, in mani esperte. Sulle macerie della sala slot aprirà un centro estetico: l’operazione ha il valore simbolico della rinascita e la tinta del riscatto, in questo tempo reso ancora più incerto e accidentato dal virus. Non una sala qualsiasi, ma quella di viale Partigiani, chiusa per mafia nell’aprile del 2019.
Le macerie sono sociali: il riscatto individuale, delle persone coinvolte, incrocia il destino del quartiere Valletta Paiolo, che in questo suo lembo conserva ancora una dimensione popolare, nel senso genuino dell’aggettivo. I portici, le botteghe, i tavolini del bar, l’ufficio postale, la consuetudine che cementa le relazioni. Un tessuto tornato sano, senza più gli eccessi e i traffici attorno alla sala slot.
Il centro estetico Calité aprirà a metà marzo, ma le vetrine già raccontano della svolta, che risponde a una sfida imprenditoriale. Quasi un azzardo (buono) in questo tempo appeso al semaforo delle pandemia, che da ieri ci vede arancioni e domani chissà. Un atto di speranza, l’apertura del centro, che camminerà sulle gambe di tre donne: Elisa Crotti, Debora Serasi ed Elena Ballarini. O meglio, sarà affidato alle loro mani. Capitale e iniziativa sono di un imprenditore mantovano che, al momento, preferisce restare anonimo.
Una storia di riscatto, questa che arriva da viale Partigiani, perché, nonostante gli argini e gli ammortizzatori, la pandemia ha già mandato in frantumi diversi posti di lavoro. Così per Elisa, 25 anni, due dei quali spesi a lavorare nel salone per signore Rina in via Accademia, dove si occupava proprio del settore estetico. Della decisione sofferta della titolare la Gazzetta aveva raccontato. Troppi rischi, fatica, paura: tagliato il traguardo dei cinquant’anni di attività, lo scorso giugno Caterina Belluzzi ha deposto le forbici e chiuso bottega.
«Non speravo di trovare un altro lavoro così in fretta – confessa Elisa, specializzata in trattamenti e massaggi – per me questo è un momento di riscatto, sono molto contenta e ho una grande energia, lavoreremo solo su appuntamento, in sicurezza come e più di quanto fossimo già abituate, e faremo vedere al mondo che l’estetica resiste. Il lockdown? Ho imparato ad attribuire valore a cose che prima davo per scontate, come le relazioni e gli affetti».
Riscatto è il termine al quale ricorre anche Debora, 35 anni, metà dei quali trascorsi a lavorare da estetista. Per lei l’anno del lockdown ha coinciso con la nascita del secondo figlio e il capolinea della precedente occupazione. Non lo dice espressamente, ma si capisce che le due cose sono collegate, il solito, brutto andazzo che condanna le mamme lavoratrici.
«L’apertura del centro Calité sarà come una rinascita – scandisce – mia personale, certamente, ma offrirà anche un segno per l’intero settore. La vita deve continuare e la cura di sé assolve a un compito molto importante, soprattutto adesso. Come sarà lavorare in un’ex sala slot? Confortante. Il gioco d’azzardo è pericoloso, può rovinare le persone, il nostro centro, invece, contribuirà alla rivalutazione del quartiere, già riqualificato dal Comune». Oltre le vetrate, il centro è ormai pronto, mancano solo gli ultimi ritocchi. Per le pareti sono state scelte le tinte azzurro e blu. Come il cielo. Come il mare.
I commenti dei lettori