Mantova, nessuna offerta per il Paiolo. L’ipotesi: acquisto collettivo
Anche la sesta asta a vuoto: adesso il prezzo potrebbe crollare a mezzo milione. L’ambientalista Costani teme l’arrivo di uno speculatore a caccia di investimenti
Igor Cipollina
MANTOVA. Deserta, come le altre cinque. E alla prossima il prezzo sarà davvero stracciato. Così l’asta per l’area ex Lago Paiolo, riproposta il 10 marzo a poco più di 900mila euro, ma acquistabile con un’offerta minima di 680mila. Già niente confronto ai dieci milioni spesi per i terreni dalla società Pitentino, fallita nel 2016.
Larga quasi 100mila metri quadrati, l’area in questione è compresa tra le vie Nenni e Donati e l’accesso all’ospedale nuovo: il progetto prevedeva la realizzazione di un quartiere per mille abitanti, con case, uffici, negozi e un parcheggio sotterraneo. Lo prevede ancora, ma per poco: il piano attuativo scadrà nel 2022, mentre la Valutazione d’impatto ambientale è già da rifare.
A segnalarlo alla Gazzetta era stato lo stesso sindaco Mattia Palazzi, alla vigilia dell’asta numero cinque, assumendosi l’impegno a ostacolare la cementificazione dell’area, da destinare a parco periurbano. Calendario alla mano, il rinnovo della Via potrebbe arrivare a piano ormai archiviato, «e qualsiasi attuatore dovrebbe chiederne uno nuovo al Comune» sottolineava Palazzi.
E già questo marca una differenza netta rispetto al passato recente, quando un gruppo spontaneo di cittadini raccolse diecimila firme per opporsi alla costruzione del nuovo quartiere. È trascorsa soltanto una decina d’anni, ma sembra un altro evo, e non solo perché la pandemia ha spezzato la linea del tempo.
Prima del virus c’era stata la crisi del 2008, lo scoppio della bolla immobiliare che dagli Stati Uniti ha contagiato l’occidente tutto. A maggior ragione oggi, il progetto di un nuovo quartiere nell’area ex Lago Paiolo appare antistorico, però un prezzo stracciato, attorno al mezzo milione di euro, potrebbe accendere gli appetiti.
È il timore di Gloria Costani, già candidata sindaco e consigliere della civica Salute Ambiente Futuro, che nei mesi scorsi ha lanciato la proposta di un acquisto collettivo, da realizzarsi insieme al Comune, e rilanciato una petizione sulla piattaforma Change.org (“Salviamo il Paiolo”).
Messa in stand-by dopo la presa di posizione del sindaco. «Mi auguro che si arrivi a un punto per cui, attraverso un qualche bando, l’area possa tornare pubblica – ripete Costani – il mio timore è che un prezzo molto basso possa spingere qualcuno all’acquisto, come forma d’investimento. Qualcuno che non ha fretta e metta le mani sul terreno in attesa che cambi l’orizzonte politico».
Vero, con la minaccia del virus da disinnescare e la crisi economica che già bussa, le priorità sono altre, concorda Costani, medico a riposo e vaccinatrice volontaria, «ma dal Comune che ha trovato i fondi per il parco di Versailles davanti a Palazzo Te mi aspetto anche un intervento per il Paiolo. Un polmone verde attorno alla città è comunque una garanzia di sicurezza dal punto di vista della salute pubblica».
E alla prossima asta, tra qualche mese, il prezzo potrebbe essere tale da incoraggiare un’offerta mista: pubblico-privata. Magari attraverso una raccolta collettiva.
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