In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

Sul carcere mai finito a Revere qualche interesse subito svanito

Il vicesindaco Faioni: «Un ordine francescano voleva farne una casa per l’accoglienza di donne maltrattate. Una persona che voleva realizzare un centro addestramento per cani da ricerca su macerie. Ma nulla si è realizzato»

Giorgio Pinotti
1 minuto di lettura

BORGO MANTOVANO. Il carcere di Revere resta abbandonato, diverse le proposte per riutilizzarlo, ma i problemi e i costi per un ripristino bloccano ogni iniziativa. Il destino del penitenziario, diventato ex senza essere mai stato aperto, sembra segnato. Negli anni sono stati diversi i momenti in cui i riflettori si sono accesi sulla struttura, costata 5 miliardi delle vecchie lire, che è andata a ingrossare le fila delle 'cattedrali nel deserto' realizzate con soldi pubblici, tanti, e mai utilizzate. Ma la struttura resta in stato di abbandono e le sue condizioni continuano a peggiorare. «Ci sono state richieste di utilizzo - racconta il vicesindaco di Borgo Mantovano Sergio Faioni - ma nulla è mai andato in porto, di fronte a quelli che sarebbero i problemi da affrontare per rendere utilizzabile il complesso. Un ordine francescano voleva farne una casa per l’accoglienza di donne maltrattate. Prima ancora si era interessata una coop per insediare una residenza sanitaria assistenziale, poi una parafarmacia. Era interessata anche una persona che voleva realizzare un centro addestramento per cani da ricerca su macerie».

Tutte iniziative che si sono scontrate con un muro. In questo caso non solo metaforico: è il muro di cinta del carcere in cemento armato, un'opera la cui demolizione, secondo una stima fatta da esperti, costerebbe tanto quanto era costata la realizzazione del complesso. Un ostacolo notevole, e non è l'unico. Infatti l'edificio è ormai compromesso dal lungo abbandono e manca un accesso alla strada. Collegare il sito alla statale 12 appare complicato, entrerebbe in gioco Anas, e da queste parti sanno che così i tempi si allungano e le cose si complicano. L'esempio è a pochi chilometri di distanza, con ponte Marino, da 4 anni a senso unico alternato.

Il carcere di Revere fu iniziato nel 1988, doveva ospitare detenuti per reati non gravi, poi per lo più depenalizzati. Dopo ripetute interruzioni i lavori si sono fermati definitivamente nel 2000. Nel 2011 il ministero della Giustizia ha ceduto la struttura all'allora Comune di Revere, ora Borgo Mantovano. «Siamo pronti a cederlo in comodato d'uso gratuito a chi lo volesse – dice Faioni - il problema e che nessuna proposta regge di fronte ai problemi che si presentano». —


 

I commenti dei lettori