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Decade il ricorso dei cittadini, chiuso dopo 10 anni il caso Wsr

Cittadini, imprese ed associazioni ritenevano sbagliato avere autorizzato la ditta ad insediarsi senza una preventiva valutazione ambientale, è stato dichiarato ormai sorpassato

Francesco Romani
1 minuto di lettura

SAN GIOVANNI DEL DOSSO. A dieci anni dall’avvio della vicenda, si chiude al Consiglio di Stato la vicenda dell’opposizione alla Wsr, l’azienda di trattamento rifiuti che si è insediata in paese. Il ricorso di una ventina fra cittadini, imprese ed associazioni (prima firmataria Laura Mai) che ritenevano sbagliato avere autorizzato la ditta ad insediarsi senza una preventiva valutazione ambientale, è stato dichiarato ormai sorpassato. «Improcedibile per sopraggiunta carenza di interesse» in termini giuridici in quanto nel frattempo tanto il provvedimento della Provincia che era stato impugnato , tanto quello del Comune erano stati modificati.

Per capire la vicenda bisogna ritornare al 2011 quando deflagra nel piccolo paese la notizia del progetto d'insediamento di una ditta che bonifica terreni contaminati, la Water and Soil Remediation (Wsr) di Levata. La maggioranza della popolazione è contraria e costringe alle dimissioni l’allora sindaco Nandino Galeotti, favorevole all’insediamento. Nel frattempo si costituiscono comitati di cittadini che promuovono manifestazioni e azioni legali. In aprile, sempre del 2011 la Provincia esclude alla Valutazione ambientale il progetto d’insediamento. Scatta il ricorso dei cittadini, ma nel frattempo il Comune, in quel momento commissariato, accoglie nel Pgt la lottizzazione Pancaldo, provocando uns econdo ricorso.

In un susseguirsi di eventi frenetico a metà 2012 arriva il terremoto e la nuova amministrazione del sindaco Angela Zibordi. Nemmeno pochi mesi e nel luglio 2012 la Provincia autorizza realizzazione e gestione dell’impianto. I ricorsi dei cittadini si infrangono però nel 2013 al Tar di Brescia, che rigetta le istanze dando, di fatto, disco verde alla Wsr. I promotori non demordono e appellano la sentenza al Consiglio di Stato, che mercoledì scorso ha dichiarato di dover chiudere definitivamente la partita perché nel frattempo il Comune ha modificato il Pgt e la Provincia il suo atto. Mentre i ricorsi sono fermi alla prima e superata versione di questi due atti.

 

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