L'editoriale di oggi del direttore della Gazzetta: «Un piccolo sentiero oltre la palude»
Enrico Grazioli
MANTOVA. Che valore ha, in tempi di pandemia e sofferenza quotidiana, che due istituzioni partecipino a un’asta sei volte andata deserta pur di acquistare un’area verde, un pezzo di storia e di identità ridotto però a una palude inestricabile pur conservando l’intero suo tesoro naturale? Che ristoro dà? Da cosa ci vaccina? Vale la pena, con tutto ciò di cui c’è urgenza?
Sì. Perché intanto questa scelta ci ricorda che il futuro lo si costruisce anche in un presente tremendo, diversamente si abdica a una responsabilità. Perché ridare vita e non sopravvivenza al lago Paiolo non sottrae risorse all’immediato bisogno, ma destina quelle già previste o prevedibili all’uso in modo consono e ma soprattutto capace di una visione diversa. E sottrae un’area spesso dimenticata, casualmente o quasi salvatasi dalla cementificazione, a possibili speculazioni: oggi impossibili ma in realtà, appena cambiasse l’aria...
Perché, provandoci, volendolo, si dimostra che a volte anche le istituzioni possono collaborare, fare il famoso sistema, non combattersi per una miope rivalità: e si spera continuino a farlo, perché il cammino rimane lungo e diversi sono gli attori in scena, vedremo quanto capaci di reggerla nei fatti. E anche se questa storia è iniziata molto prima dell’emergenza che ci attanaglia, qualcosa la collega al voler segnare una cesura dal passato che accompagna i nostri pensieri da un anno, ogni volta che riusciamo, tra mille guai irrisolti, ad alzare lo sguardo oltre le mascherine, prigione dei nostri sorrisi.
Da mesi sentiamo parlare di Next Generation Eu, di un Recovery Plan che lo attui, li invochiamo come mantra per riscattarci, dimenticando spesso che sono incardinati alla sostenibilità oltre che all’innovazione di stampo digitale. Occuparsi di un bosco, non lasciarlo al suo destino, non è arcadia: è provare a fare di una palude, di una delle nostre tante paludi, forse un lago, forse un sentiero che si affaccia sul futuro. È aver cura, di noi.
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