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Corneliani Mantova, si decide. Giorgetti: «Vediamo se il mio appello è servito»

Oggi il tavolo al Mise, il ministro si aspetta la risposta dei soci. Dieci milioni da sbloccare: pronti gli investimenti necessari? Videoassemblea al presidio con i sindacalisti in missione a Roma

Monica Viviani
2 minuti di lettura

MANTOVA. «Come promesso abbiamo riconvocato il tavolo. Vediamo se l’appello che abbiamo lanciato produrrà i suoi effetti. Auspichiamo naturalmente una soluzione positiva e già al termine dell’incontro potremo dare un aggiornamento». Questa la dichiarazione rilasciata alla Gazzetta nella serata di ieri dal ministro allo Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti alla vigilia del tavolo di crisi Corneliani. Dichiarazione che pare chiamare in particolare in causa la proprietà della casa di moda, vale a dire fondo Investcorp e famiglia Corneliani, e insieme apre all’arrivo di un nuovo investitore. Era stato lo stesso ministro al tavolo del 3 marzo a incalzare per due volte fondo e famiglia Corneliani con un aut aut: «O voi soci tornate a investireanche solo qualche milione di euro nell'azienda – aveva detto – o dovete favorire chi si sta sforzando per cercare di salvarla. Dovete agevolare ogni tipo di soluzione».

La convocazione di un tavolo ristretto a Roma per oggi 23 marzo significa che gli azionisti sono finalmente pronti agli investimenti necessari per sbloccare i 10 milioni del Fondo salva-imprese come chiesto da mesi da sindacati, lavoratori e sindaco? O che gli interessamenti confermati dall’azienda si stanno davvero per tradurre in un’offerta concreta? L’ora della verità è per le 15 nel salone degli Arazzi del Mise dove il ministro, oltre agli azionisti, ha convocato Regione Lombardia, il sindaco Mattia Palazzi, Invitalia, il commissario giudiziale Luca Gasparini e i segretari provinciali e nazionali dei sindcati Michele Orezzi e Sonia Paoloni per la Filctem Cgil, Gianni Ardemagni e Raffaele Salvatoni per la Femca Cisl, Giovanni Pelizzoni e Daniela Piras per la Uiltec Uil.

Intanto l’onda rossa questa volta non sarà sotto le finestre del ministero a intonare il suo inno “La Corneliani è qua”. Ma il sostegno alla loro vertenza arriverà forte e chiaro lo stesso dal presidio di via Panizza dove le lavoratrici e i lavoratori si sono dati appuntamento per le 14.30 e dove resteranno per tutta la durata del tavolo, al termine del quale i sindacalisti si collegheranno con il presidio per una videoassemblea sull’asse Roma–Mantova. L’organizzazione di quella che si preannuncia come la giornata decisiva per il salvataggio della casa di moda è stata definita ieri ai cancelli e comunicata alle operaie radunate nel piazzale di via Panizza, dal segretario generale di Filctem Cgil Michele Orezzi e Deborah Comoglio di Femca Cisl.

Un presidio tra speranza e prudenza quello di queste ore. Speranza «che sia davvero il tavolo della svolta», prudenza perché le scottature di questo anno e mezzo bruciano ancora tutte. A raccontare gli umori di questa ennesima attesa per la sorte di oltre 400 famiglie solo a Mantova sono le Rsu, le cui spalle si fanno ogni giorno carico di drammi, ansie e preoccupazioni di ogni singola goccia dell’onda rossa Corneliani. «I tempi sono davvero stretti ora – ci dice Migena Kalemaj – il 15 aprile è l’ultima scadenza per il tribunale e ci auguriamo che sia davvero il tavolo decisivo». Insomma «le aspettative ci sono – aggiunge Gabriella Zucchelli – ma dopo oltre un anno di attesa e speranze, ora vogliamo i fatti. Non ci interessa un altro tavolo dei forse, adesso servono soluzioni perché il tempo a nostra disposizione è davvero finito». Si impongono di «restare con i piedi per terra – conclude Giovanna Giannini – perché dopo tutto quello che abbiamo passato la paura resta. La soluzione va trovata che arrivi dal Mise, dalla proprietà o da un nuovo investitore. Altrimenti l’unica strada per noi resta l’amministrazione straordinaria ed evitare così la liquidazione».

Le parole del ministro al nostro giornale lasciano davvero sperare.


 

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