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Il Comune di Mantova batte cassa dallo Stato: «Servono almeno 4 milioni di euro»

Il vicesindaco Buvoli: «Gli aiuti previsti fino ad ora non bastano. Difficile sostenere un altro Piano Mantova con nostre risorse»

Sandro Mortari
2 minuti di lettura

MANTOVA. «Così non va. I soldi previsti dal decreto del governo per far fronte alle minore entrate dei Comuni causate dal Covid sono nettamente insufficienti. L’auspicio è che con il prossimo aumentino». Giovanni Buvoli, vicesindaco nonché assessore al bilancio, rilancia un giudizio che già si è fatto strada tra i sindaci dopo il decreto di Draghi. Il miliardo messo a disposizione degli enti locali non basta, secondo i primi cittadini, per compensare le entrate perdute con il proseguire della pandemia. Il Comune, dunque, batte cassa. «L’anno scorso – ricorda Buvoli – lo Stato, seppur con ritardo, assegnò al Comune di Mantova 4 milioni 624mila euro. Quest’anno ci aspetteremmo almeno questa cifra, ma da quello che si capisce, finora se ne prevedono molti di meno. E questo non va bene».

L’anno scorso il governo Conte stanziò per i Comuni tre miliardi; con il decreto Sostegni di Draghi si scende a uno: in proporzione, dunque, a Mantova dovrebbe arrivare un terzo della cifra dell’anno scorso, e cioè poco più di un milione e mezzo. Inoltre, nel decreto Draghi è previsto il ristoro solo per la tassa di soggiorno e per il trasporto pubblico. «Ma noi – ricorda Buvoli – anche quest’anno dovremo fare a meno di entrate anche dai parcheggi, dalle partecipate, dalla Cosap, per citarne solo alcune. Aster prosegue ancora con la cassa integrazione e i musei continuano ad essere aperti a singhiozzo. L’anno scorso abbiamo utilizzato risorse nostre per esentare bar, ristoranti e ambulanti dal canone di occupazione del suolo pubblico e per rendere più semplice allargare il plateatico in modo che le imprese potessero lavorare garantendo il distanziamento sociale. Solo questo ci è costato 600mila euro. Inoltre, abbiamo fatto tre bandi per dare contributi a fondo perduto alle attività. Il governo dice che quest’anno prorogherà l’esenzione e immagino che abbia anche stanziato la cifra necessaria per compensarci come è stato l’anno scorso». Nel 2020 tra minori entrate e maggiori spese per far fronte alla crisi da Covid lo sbilancio per il Comune fu di 7 milioni di euro: «Riuscimmo a coprirlo – spiega Buvoli – con i 4 milioni e 624mila euro dello Stato e con due milioni di risorse nostre e un po’ di risparmio chiesto ai vari settori. Quest’anno però, senza i soldi dello Stato, è impossibile fare una manovra come quella del 2020 per il piano Mantova».

Il Comune si aspetta anche altri interventi che potrebbero alleggerire i conti in questo momento. «Speriamo – dice Buvoli – che ci allentino il fondo dei crediti di dubbia esigibilità. Adesso siamo costretti ad accantonare dal bilancio importanti cifre che poi non si possono spendere. Ormai siamo quasi al cento per cento da accantonare di quello che non riusciamo a percepire da imposte, rette e multe. I segnali, però, in questa direzione non arrivano».

Anche sul fronte dei rifiuti i segnali che arrivano da Roma non sono incoraggianti. «Nel 2020 alle attività che sono rimaste chiuse a causa del Covid abbiamo consentito di non pagare la tariffa per tre mesi, dando la possibilità di pagare nel 2021 i restanti nove mesi – ricorda il vicesindaco – tutto questo ci è costato un milione di euro. Un anno dopo la situazione è tutt’altro che migliorata, tanto che a giugno dovrebbero pagare l’arretrato con ancora le attività chiuse. È necessario, quindi, che il governo getti un occhio anche su questa questione visto che i commercianti sono ancora in difficoltà. Noi Comuni siamo in trincea. Siamo il front-office dei cittadini e quindi è giusto che veniamo tenuti nella giusta considerazione anche dal punto di vista delle risorse da destinarci». La speranza, dunque, è nell’ulteriore scostamento di bilancio che Draghi ha promesso.

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