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Svenne per le botte in strada: a processo il marito-padrone

Nei guai un 38enne che vive in città imputato per maltrattamenti alla ex. In un’occasione avrebbe spaccato un bastone sul corpo della convivente

Giancarlo Oliani
1 minuto di lettura

MANTOVA.  L’aveva picchiata talmente forte che, uscita di casa per sfuggire alla violenta aggressione, era svenuta in strada. I soccorritori del 118, allertati dai passanti, l’avevano trasportata al pronto soccorso. Ma l’uomo non aveva esitato a raggiungerla anche lì e l’aveva costretta a firmare il foglio di dimissioni: in caso contrario avrebbe messo fuori casa il figlio di appena tre anni. A finire nei guai per maltrattamenti, lesioni e minacce un 38enne di Mantova. Ieri mattina la prima udienza davanti al giudice Antonio Serra Cassano.

Le violenze nei confronti della convivente, secondo l’accusa, sarebbero andate avanti per quasi quattro anni, dal 2012 al 2015. A mettere la parola fine ai maltrattamenti erano stati gli agenti della squadra mobile che, nel corso delle indagini, hanno raccolto la testimonianza della vittima. In un’occasione, sempre secondo l’accusa, l’uomo avrebbe afferrato per il collo la convivente, quasi a soffocarla, per poi abbassarle la testa a forza di pugni, fino a farle toccare il pavimento. La cessazione della convivenza non ha impedito al 38enne di continuare a perseguitare la vittima.

La chiamava con insistenza al telefono e, in un’occasione avrebbe persino sfondato la porta dell’appartamento in cui lei era andata ad abitare con i due figli minori. In quell’occasione l’avrebbe picchiata con un bastone sulle braccia, fino a spezzarlo. Non è tutto: rotto il bastone, avrebbe continuato a colpirla con pugni sulla schiena. Spesso, stando alla testimonianza della parte lesa, tutto questo accadeva, quando l’uomo era sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. —


 

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