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In 590 verso la mobilitazione «No alle esternalizzazioni»

Alzata di scudi dei dipendenti di centrali, e-Distribuzione, Tea gas acqua, Sicam Viapiana (Filctem Cgil): «Rischio per livelli occupazionali e sicurezza sul lavoro»

Monica Viviani
2 minuti di lettura



Sindacati sul piede di guerra e 590 lavoratori mantovani del settore elettrico-gas pronti alla mobilitazione contro le esternalizzazioni previste dall’articolo 177 del Codice degli appalti. Stiamo parlando dei dipendenti delle centrali di Sermide, Ostiglia, Ponti sul Mincio, di Enel Distribuzione, di Tea Gas Acqua e di Sicam in allarme per mantenimento dei livelli occupazionali e sicurezza. «Chiediamo di aprire il prima possibile un tavolo di confronto tra sindacati e governo per correggere quanto disposto dall’articolo 177, se non addirittura procedere allo stralcio della norma stessa, aspetto rilevante per la tenuta energetica e dei servizi pubblici essenziali» spiega Alessandra Viapiana, responsabile dei contratti del settore energetico della segreteria della Filctem Cgil di Mantova.

L’articolo 177 del Codice degli appalti obbliga le aziende concessionarie a esternalizzare l’80% di tutte le attività oggetto di concessione, anche nei casi in cui le attività vengano svolte direttamente dal proprio personale e «questo – sostengono i sindacati – provocherà la destrutturazione di un servizio essenziale e fondamentale per l’intero Paese». I lavoratori sono pronti alla mobilitazione, a Mantova come nel resto d’Italia, qualora non otterranno dal governo la modifica della norma che negli ultimi anni ha subito una serie di proroghe, ultima quella del prossimo 31 dicembre.

Il timore, se non si dovesse intervenire in tempo, è per il rischio di un mancato mantenimento dei livelli occupazionali e degli elevati standard di sicurezza sui posti di lavoro.

«Il passaggio alle esternalizzazioni delle attività verso aziende concessionarie addirittura prive delle necessarie competenze, delle risorse, del know-how – spiega ancora Alessandra Viapiana – porterà a una graduale e sempre più accentuata rinuncia alle professionalità, alla qualità dei servizi e alla sicurezza sul lavoro, in quanto comporterà la necessità per i concessionari di operare riduzioni della forza lavoro e una frammentazione dei servizi di distribuzione di energia elettrica e gas che avrà forti ripercussioni sulla garanzia dell’efficienza del sistema intero. Serve uno straordinario ammodernamento delle reti, perché lo sviluppo delle reti intelligenti è condizione indispensabile per garantire il proseguimento della transizione energetica. A fronte di questo sono già previsti miliardi di euro di investimenti privati nei diversi piani industriali di aziende dei settori elettrico e gas; a questi andranno aggiunti, con probabilità, anche quelli dei piani di incentivo previsti dal Governo. Per questo non è pensabile, in questa fase, assistere alla destrutturazione di soggetti industriali con competenze, qualità e sicurezza del lavoro di comprovata eccellenza». Inoltre, sottolinea ancora la sindacalista, «è necessario riconoscere l’enorme impegno profuso dai lavoratori del servizio, garantito durante tutto il lockdown e che ha permesso di avere energia elettrica e gas sempre e comunque senza alcun rischio; dove lo stress di una situazione tragica, nuova e pericolosa è stato attenuato dall’aver garantito un servizio che ha permesso a tutto il Paese di rimanere connesso e in sicurezza». —



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