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Il caso Viscolor in consiglio a Curtatone: «Non rispetta l’ordinanza»

L’azienda di San Silvestro al centro di un’interpellanza da parte della minoranza: «Nel recente sopralluogo sono emerse irregolarità, il Comune che intende fare?»

Francesco Abiuso
1 minuto di lettura

CURTATONE. Il caso della Viscolor, azienda di San Silvestro al centro di proteste della popolazione e accusata di diffondere cattivi odori, specie di notte, sarà discusso martedì 30 marzo (ore 20 diretta streaming) nella seduta del consiglio comunale, grazie a un’interpellanza della minoranza Adesso Sì.

La vicenda si trascina ormai da quasi due anni. Nell’aprile 2019 la Gazzetta riportò la segnalazione di vari residenti per «un odore acre e nauseante che, al calare della sera, si diffonde nell’aria e persiste fino alle prime luci dell’alba». I cittadini puntavano il dito contro l’ex segheria di via Gementi, che ospita un magazzino, appunto della Viscolor, azienda trentina che si occupa del ripristino di ponti e viadotti e di impermeabilizzare gli asfalti stradali. Se è solo un magazzino, si chiedevano i residenti, perché gli operai lavorano di notte? E perché dalla ditta vediamo uscire nuvole di fumo?

La segnalazione alla polizia locale portò all’impegno del sindaco a indagare, di concerto con l’Arpa, «per dare risposte concrete ai cittadini». Sono passati due anni da allora, ma il problema resta.

Nel frattempo, però, è successo qualcosa. Sul finire del 2020, a seguito di una precedente interpellanza del gruppo Molinari, l’amministrazione ha riferito in consiglio comunale che la ditta è stata sorpresa a svolgere attività non consentite dalle autorizzazioni in corso. Un’ordinanza del sindaco Carlo Bottani, dello stesso giorno del consiglio, ordinava alla Viscolor tre cose: lo stop immediato alle attività non autorizzate (dunque al di fuori della gestione del magazzino); rimozione, caratterizzazione e corretto smaltimento, entro dieci giorni, dei rifiuti bitumosi trovati durante i controlli; la redazione e la trasmissione di un «piano d’indagine finalizzato a verificare eventuali contaminazioni nelle matrici suolo, sottosuolo e acque sotterranee entro 15 giorni».

«A fine gennaio i termini erano scaduti – dice la minoranza – ma, da quanto riferito in una delibera di giunta , l’azienda non ha eseguito quanto richiesto». Dunque, che farà il Comune? Agirà al posto dell’azienda addebitandole i costi? Segnalerà la vicenda in procura? Si attende  la risposta.
 

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