Case popolari: il Comune di Mantova avvia il riscatto per mille proprietari
Si tratta delle abitazioni realizzate nell’ambito di 15 Peep (Piani di edilizia economica popolare). A breve la fissazione dei prezzi in base alla zona e ai vincoli
Sandro Mortari
MANTOVA. Sta per arrivare a Mantova un esercito di nuovi proprietari di case. A costituirlo sono quelli che le avevano costruite oppure acquistate nell’ambito dei vari piani di edilizia economica popolare, i cosiddetti Peep, e che ora potranno usufruire dell’opportunità offerta dal Comune: eliminare qualsiasi vincolo che grava sui loro immobili e divenirne proprietari a tutti gli effetti.
Si tratta di oltre un migliaio di persone che tra gli anni 80 e i primi del Duemila avevano usufruito delle agevolazioni che il Comune, grazie alle leggi 167 del 1962 e 865 del 1971, aveva concesso per favorire i ceti deboli nell’acquisto di un’abitazione.
Terreni ceduti a prezzi decisamente scontati rispetto a quelli di mercato o concessi gratis a chi aveva precise caratteristiche reddituali per realizzare la loro casa oppure a imprese o cooperative edilizie per costruire appartamenti o villette unifamiliari e bifamiliari da vendere poi o affittare a prezzi molto bassi a chi non aveva la possibilità di affacciarsi sul libero mercato. Case, però, su cui gravavano dei vincoli che costringevano i proprietari a venderle solo dopo anni oppure a darle in eredità ai figli, ma sempre con altri obblighi che si sarebbero trascinati all’infinito.
Ora tutto questo finirà e i proprietari potranno tornare in possesso del tutto del loro bene primario, la casa. Facciamo un passo indietro. Chi costruiva o acquistava abitazioni nei Peep doveva sottoscrivere una convenzione con il Comune proponente in cui era prevista una serie di vincoli da rispettare.
In quelle convenzioni, approvate dai consigli comunali, c’era un po’ di tutto: durata del periodo, 10, 20 anni o anche più durante il quale non si poteva vendere la casa o darla in affitto, prezzo a cui cedere l’immobile una volta venuto meno il termine, prezzo determinato dal Comune - e di molto inferiore a quello di mercato - oltre a quello di riscatto del terreno dopo un certo numero di anni. Soprattutto, chi acquistava una casa Peep lo poteva fare in diritto di proprietà, cioè essendone proprietario diretto ma sempre con i vincoli, oppure in diritto di superficie per 99 anni, e cioè con una formula assimilabile alla nuda proprietà: una volta scaduta la concessione immobile e terreno tornavano di proprietà dei Comuni.
Come si vede, costruire una casa oppure acquistarla nell’ambito di un Peep era vantaggioso perché il pezzo del terreno era basso, però comportava il rischio di non poterne disporre fino in fondo. Per ovviare a questo nel corso dei decenni sono arrivate varie leggi, l’ultima nel 2018, che consentono ai comuni di “liberare” quegli immobili da ogni vincolo. Un’opportunità che il Comune ora ha colto. Per prima cosa ha indetto una gara per individuare il soggetto che avrebbe gestito in futuro la trasformazione delle aree Peep.
La scelta è caduta sulla Ellenia snc di Ostiglia che per tre anni, ad un costo di 163.130 euro (più Iva) dovrà esaminare ogni convenzione, scandagliarla in ogni sua parola per far emergere ogni vincolo che grava sull’immobile e determinare il pezzo del riscatto da parte de proprietario. Un compito gravoso visti i numeri sul tavolo.
A Mantova gli alloggi interessati sono 1.077, tra edifici unifamiliari e palazzine. Sono quelli disseminati in 15 piani Peep che si sono susseguiti negli ultimi decenni. Si tratta di edifici ormai datati, di 30-40 anni fa e anche di più recenti risalenti a 10-15 anni fa. I piani sono 15 e si trovano in tutto il territorio comunale, sia in centro che in periferia. Sono a Colle Aperto, Dosso del Corso, Angeli, Castelletto Borgo, Formigosa, Lunetta Frassino, Virgiliana e, in città, in via Allende, vicolo dell’Arco, piazza Sermide ed ex Ghetto.
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