Mantova, un 25 aprile diverso tra i silenzi ufficiali e la musica e gli slogan in piazza Martiri
Iniziative senza pubblico in viale Piave, Famedio e sinagoga. Manifestazione delle sinistre: «Creiamo la società della cura»
Matteo Sbarbada
MANTOVA. Celebrazioni istituzionali senza pubblico in città per il secondo 25 aprile segnato dalla pandemia, con la deposizione di corone avvenuta senza discorsi pubblici. La breve cerimonia ha preso il via ai giardini di viale Piave alla presenza del sindaco Mattia Palazzi, del prefetto Michele Formiglio, di Francesca Zaltieri in rappresentanza della Provincia e del presidente dell’Anpi provinciale Luigi Benevelli.
25 aprile a Mantova: il ricordo delle istituzioni mantovane
Nessun discorso, ma un momento di silenzio davanti alla corona alle “Autorità civili e militari di Mantova” collocata al monumento della Resistenza. La preghiera è stata portata da don Stefano Peretti. Il silenzio d'ordinanza è stato eseguito dal trombettista del comando provinciale della guardia di finanza.
La cerimonia è proseguita al Famedio con la deposizione della corona, trasportata da due carabinieri del comando provinciale.
Infine, corona e gonfalone del Comune sono stati posizionati in via Govi davanti alla sinagoga. Un momento di silenzio per rendere omaggio ai deportati, chiuso con lo shalom del presidente della comunità ebraica Emanuele Colorni. Presenti due agenti in alta uniforme della polizia locale.
Decine di partecipanti alla manifestazione organizzata in piazza Martiri. Ad aderire, Spazio Sociale LaBoje!, Non Una di Meno Mantova, Sinistra Italiana, Rifondazione Comunista, Potere al Popolo, Associazione eQual, Circolo Libertario Mantovano, Arcadia SocCoop, Strongvilla, Arci Casbah e Arci Tom. Microfono aperto per tutta la mattinata, con interventi, performance e musica. “25 aprile 2021. Contro vecchi e nuovi fascismi, costruiamo la società della cura”, lo slogan.
25 aprile a Mantova: la manifestazione in piazza
«I valori antifascisti del 25 aprile devono essere vivi oggi ancor di più - le parole degli organizzatori - Essere antifascist* oggi significa combattere per un mondo in cui tutte e tutti abbiano uguali diritti, sociali, civili e politici. Per ottenerlo occorre lottare per costruire una società della cura che liberi tutte e tutti dal ricatto del Capitale e dello sfruttamento. Nel pieno di una pandemia causata dallo sfruttamento irresponsabile dell'uomo sul pianeta, ci troviamo a celebrare la Resistenza antifascista e la Liberazione in un contesto in cui la nostra libertà è messa in discussione per il secondo anno consecutivo. La retorica dell’ “andrà tutto bene” non funziona più. Milioni di persone si sono rese conto che la corsa verso uno sviluppo capitalista perenne e sfrenato porta conseguenze inaccettabili».
Appesi striscioni di sostegno al movimento No Tav e contro i Cpr, Centri di permanenza per il rimpatrio, definiti “lager di stato”. Non Una di Meno Mantova ha tenuto una performance sul tema della violenza contro le donne.
Tante le celebrazioni tenute in provincia. L’Anpi di Mantova, in collaborazione col Comune di Borgo Virgilio, ha tenuto una commemorazione nel pomeriggio al parco di Villa Gobio, a Pietole.
E ancora: a Porto Mantovano il sindaco Massimo Salvarani ha deposto una corona al monumento a fianco del municipio e ha sottolineato come «questa giornata non deve essere una cerimonia meramente ripetitiva, ma una data in cui apprezzare sempre più libertà e democrazia».
A Pegognaga, al Parco della Memoria di fronte al Monumento alla Resistenza, la festa è stata celebrata in forma statica. Un significativo momento istituzionale e una rappresentazione di una comunità unita che si riconosce nei valori dal 25 aprile. Presenti consiglieri di maggioranza e minoranza, il direttivo Anpi e alcuni cittadini. Sono intervenuti il sindaco Matteo Zilocchi, il presidente dell’Anpi Elia Scanavini e Fulvio Renusi per Riattiviamo Pego. Bella Ciao e Fratelli d’Italia sono stati interpretati dai giovani musicisti Maurizio Serafini e Gianluca Molinari. —
Matteo Sbarbada
hanno collaborato Vincenzo Dalai e Vittorio Negrelli
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