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Tre milioni in venti giorni grazie ai Gratta e Vinci, indagato un muratore

Per la statistica le possibilità sono pari a zero: la procura sequestra subito le vincite sul conto corrente del "super fortunato"

Francesco Abiuso
1 minuto di lettura

MONZAMBANO. Quante possibilità ci sono di vincere un milione al Gratta e Vinci? Pochissime. Già: ma allora quante che lo stesso fortunato, appena venti giorni dopo, compri un altro grattino e si aggiudichi altri due milioni? Per la statistica siamo vicinissimi allo zero. E anche per la procura di Verona. Per questo i magistrati hanno iscritto nel registro degli indagati T.G.R., 40 anni, muratore brasiliano di Monzambano. Tutte le vincite, pari a 2,4 milioni (i tre milioni meno il 20% di tasse) sono state sequestrate sul conto corrente alla Bpm di Peschiera.

L’accusa mossa è riciclaggio, cioè di aver vinto solo grazie all’accesso abusivo, da parte di qualcuno, al sistema informatico della concessionaria della lotteria istantanea. Ma a quel punto, come rileva l’avvocato difensore, Giovanni Chincarini, ci sarebbero ampie corresponsabilità. Vale la pena ricordare che a ottobre era emersa un’indagine romana su un gruppo di dipendenti ed ex di Lottomatica, che si sarebbero impadroniti di quattro biglietti vincenti per 24 milioni. Tra gli indagati anche l’ex guardalinee mantovano Cristiano Copelli, 53 anni, e la compagna Rita Botticelli.

Quanto al muratore, la prima vincita risale al 4 febbraio: biglietto del Maximiliardario comprato nel Modenese. Il 24 dello stesso mese il secondo colpo, a Garda. Con lui c’era un amico di Caprino Veronese, C.C., 47 anni, anch’egli indagato. Tutto è nato su segnalazione dell’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia). I sigilli al conto sono scattati dopo che il 30 marzo era partito un bonifico da 800mila euro verso il Brasile ed era stata chiesta l’emissione di un assegno da 80 mila euro a una terza persona, N.R., al centro di accertamenti. 




 

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