Mantova, l’ex caserma è ancora in stallo: «Presto un’asta per venderla»
Cadono calcinacci e tegole: dopo l’impalcatura sul fronte di largo 24 Maggio spuntano le transenne
Sandro Mortari
MANTOVA. È sempre lì, con la sua mastodontica struttura sempre più corpo estraneo della città. L’ex caserma Curtatone e Montanara, fino a più di 20 anni fa sede del presidio militare e ricavata in un ex convento del 1400, continua nella sua non vita fatta di abbandono e degrado. Un’impalcatura a metà altezza da anni contiene i periodici distacchi di intonaco impedendo che cadano sulla testa di qualche passante. Da un po’ sono comparse anche delle transenne collocate davanti al portone che affaccia sulla piazzetta accanto al Famedio: un’escamotage per tenere lontano i curiosi da facciate sempre più fragili.
Proprietario dell’immobile è il ministero della Difesa che non vede l’ora di disfarsene. Troppo alti, infatti, i costi di manutenzione per quell’edificio di seimila metri quadrati su tre piani, a cui se ne aggiungono 1.800 di chiostro del convento di San Sebastiano. Senza parlare della montagna di risorse che servirebbe per recuperarlo e trasformarlo in qualcosa d’altro. Negli ultimi anni sono stati fatti lavori al tetto che rischiava di crollare; sono state messe le reti anti-piccione e si è intervenuti sugli intonaci delle facciate. Ma nulla di più. Nel 2016 l’immobile fu valutato due milioni e 143mila euro, ma nessuno si fece avanti per acquistarlo. Così, il ministero nel 2019, dopo averlo inserito nell’elenco degli edifici da cedere, decise di trasferirlo all’Agenzia del Demanio statale in modo che ne preparasse la vendita, valorizzandolo. L’Agenzia fece il suo dovere. Chiese e ottenne, l’anno scorso, dal Comune di Mantova il cambio di destinazione d’uso da servizi pubblici a commerciale (negozi di vicinato) e residenziale e poi rigirò l’ex caserma al ministero della Difesa. «Resta nell’elenco dei beni da alienare» fanno sapere da Roma, lasciando intendere che si farà un’asta pubblica per cercare di venderlo, ma i tempi ancora non si conoscono. Non sarà facile liberarsene perché sull’immobile, nonostante il cambio urbanistico è rimasto il vincolo della Sovrintendenza.
A questo punto una soluzione potrebbe essere l’acquisto dell’ex caserma di largo 24 Maggio da parte del Comune come stava per succedere nel 2006 ai tempi del sindaco Brioni quando Via Roma fece valere il diritto di prelazione davanti all’acquisto proposto dall’imprenditore Coghi. Lì il Comune voleva ricavare una galleria d’arte moderna, ma poi non se ne fece nulla. E l’edificio, di cui poi fu dichiarata nulla la vendita, continuò a restare un simbolo di degrado a due passi dal centro storico.
«Ad oggi l’acquisizione dell’ex caserma non è tra le nostre priorità» fa sapere l’amministrazione. Che aggiunge: «Eventuali ragionamenti si potranno fare nel caso escano bandi ad hoc utili a finanziare gli ingenti costi di riqualificazione dell’immobile».
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