Mantova, il Primo Maggio alla Corneliani dedicato a tutti i lavoratori che stanno ancora lottando
Dalla risottata al presidio con i segretari dei sindacati Soffiati, Orezzi e Ardemagni, il sindaco Palazzi e la chitarra del cantautore Daniele Goldoni, il messaggio di solidarietà dell'onda rossa a chi in Italia sta combattendo per lavoro e diritti dei lavoratori
Monica Viviani
MANTOVA. Un Primo Maggio per tutte e tutti: diventata simbolo della battaglia per il lavoro in questo infinito anno e mezzo ai cancelli, l’onda rossa dedica il suo Primo Maggio a chi sta ancora lottando, a tutti quei lavoratori delle cento vertenze aperte ai tavoli del Mise, ai dipendenti in presidio in queste ore davanti ad altri cancelli. «Noi ora ci siamo conquistati un orizzonte chiaro ed è giusto restituire tutta la solidarietà ricevuta in questo anno e mezzo a chi sta peggio di noi»: nelle parole del segretario generale della Filctem Cgil Michele Orezzi alla fine di questa giornata finalmente di festa al presidio Corneliani, si riflette il pensiero di operaie e impiegati riuniti per l’ultima volta in quel piazzale di via Panizza 5 testimone di tutti questi mesi di altalene emotive, di speranze e delusioni che li hanno visti passo dopo passo conquistarsi quell’accordo che il 7 aprile ha segnato la strada verso la salvezza della casa moda e del loro futuro.
Il risotto cucinato come altre volte la scorsa estate dagli amici della Festa dell’Unità di Torriana, l’aperitivo con pane e salame, le Rsu schierate a tagliare, affettare, far porzioni, famiglie intere con bimbi al seguito, ex lavoratrici che non sono mai mancate in questi mesi, la chitarra del cantautore Daniele Goldoni che all’onda rossa ha dedicato i suoi canti per il 25 aprile all’Arci Tom e per il 1° Maggio a Casa Cervi, i segretari Filctem arrivati anche da lontano come Silene Radrizzani giunta apposta da Varese, la lettera della Filctem Cgil di Milano a ribadire ancora una volta quanto la vertenza Corneliani sia simbolo di questa giornata, la segreteria Filctem con Orezzi, quella di Femca Cisl con il segretario Gianni Ardemagni, la Filcams al gran completo, le categorie Spi e Slc della Cgil, il segretario generale della Cgil Daniele Soffiati, il sindaco Mattia Palazzi, Marco Carra del Pd, i ragazzi di La Boje: in tanti hanno scelto di trascorrere la festa dei lavoratori proprio qui dove oggi «per noi si chiude un cerchio».
«Per noi oggi era importante chiudere qui quella che è stata la stagione di lotta della Corneliani – spiega Orezzi – sperando di non riaprirla più nei mesi che ci aspettano di ristrutturazione e riorganizzazione aziendale che speriamo si possano fare sui tavoli e non ai cancelli. Per noi era importante far capire che questa è una piazza complementare rispetto alle altre piazze sindacali che sono state convocate in questa giornata, in primis quella di Suzzara con i segretari confederali, e anche per dare un messaggio di solidarietà a tutte le altre vertenze che non sono ancora risolte. Noi siamo stati la prima vertenza risolta dal nuovo governo, ce ne sono cento che aspettano il tavolo al Mise, oggi le nostre categorie sono a Como, Lomazzo per la Henkel, a Lecco e Ticino Olona per la Teva, dove altri lavoratori stanno soffrendo e hanno paura per il futuro. Quindi il nostro è un messaggio di speranza a loro, per restituire un po’ di tutta la speranza e la solidarietà che abbiamo assorbito e abbracciato in questo anno e mezzo».
A sottolineare che «celebrare questa giornata davanti alla Corneliani ha un doppio significato» è anche Ardemagni: «Il primo è quello di chiudere questo lungo periodo di incertezze e paura con la sottoscrizione di quell’intesa che valorizza la lotta di queste lavoratrici, il secondo è che partendo da questa vertenza celebriamo questa giornata come spinta per le altre vertenze che sono aperte, come segnale di speranza e di stimolo per ottenere risultati importanti come quelli che abbiamo raggiunto qui in Corneliani».
E se lo slogan nazionale di questo Primo Maggio è «L’italia si cura con il lavoro» è Soffiati a ricordare che «il lavoro è la medicina per affrontare i prossimi mesi e anni, per ricostruire il tessuto economico e produttivo di questo Paese», che «ci saranno altri Primo Maggio improntati su queste tematiche» ma l’onda rossa «qua da un anno e mezzo ha dimostrato che combattere insieme, credendo nel proprio lavoro può portare a risultati insperati».
Quel risultato che oggi il sindaco Palazzi traduce davanti alla folla riunita per quest’ultima assemblea al presidio nella «ritrovata serenità vostra e delle vostre famiglie pur sapendo che la strada è ancora lunga e faticosa» e che lo porta ancora una volta a ringraziarli «per tutta la forza, l’energia, la passione che ci avere messo» perché «questo anno e mezzo non è stato importante solo per voi ma per tutta la comunità, perché tutto questo lo avete fatto non solo per voi ma per tutta la città».
E mentre nell’aria si respira davvero il sollievo e l’orgoglio per tutto quello che hanno ottenuto, loro comunque pensano agli altri: «Siamo orgogliosi di quello che abbiamo fatto – ci dice la Rsu Migena Kalemaj – ma sappiamo che altri colleghi in altre fabbriche stanno ancora lottando e quindi a loro va il nostro abbraccio: andate avanti e non mollate mai». L’onda rossa è anche questo, lo è sempre stata.
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