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dipendenze nel mirino

Meno vittime del gioco durante il lockdown: «Ma è solo una tregua»

Oltre 7.500 i casi stimati ma con le sale chiuse sono in calo. Il gruppo No slot: «Con le riaperture molti ci ricascheranno»

Nicola Corradini
1 minuto di lettura

MANTOVA. La chiusura delle sale da gioco avvenuta nel corso della pandemia ha portato a una forte diminuzione dalle forme di dipendenza dall’azzardo. Lo rilevano diverse ricerche condotte a livello nazionale, come riporta anche l’ Istituto superiore di sanità. Ma lo confermano anche il Serd di Mantova e il coordinamento No Slot che raggruppa 18 associazioni che affiancano persone e famiglie alle prese con questo grave problema sociale. Ci sarebbe da tirare un sospiro di sollievo se non fosse che questa appare più che altro come una tregua, visto che appena le condizioni lo permetteranno le sale (che sono assolutamente legali) riapriranno i battenti con un’inevitabile richiamo per chi il gioco lo vive in modo patologico, mandando in rovina se stesso e spesso le persone più vicine. Ma sappiamo bene che non ci sono solo sale slot. Ci sono i gratta e vinci e c’è l’oceano del gioco online, terreno dove si sviluppano le dipendenze anche (e forse soprattutto) per i più giovani, minorenni compresi.

«Verrebbe quasi da dire “Speriamo che quel settore non riapra” ma è ovvio che occorre avere un approccio diverso – dice Giuseppina Nosè, portavoce di No slot – il dato di fatto è che i vari provvedimenti di chiusura della sale da gioco hanno fatto sparire la principale offerta per i giocatori patologici. È dimostrato che solo una minima parte di loro si rivolge al gioco online, perché l’essere nella sala fa parte della dipendenza. Diverse famiglie alle prese con un componente che soffre di questa dipendenza ci hanno segnalato che durante i vari lockdown le cose sono andate molto meglio».

Ma quanti sono i giocatori patologici nel Mantovano? «La stima fatta dal Serd è di circa 7.500 persone – spiega la Nosè – ma esiste un mondo sommerso dove è difficilissimo sondare e quindi portare aiuto. Mi riferisco a quello dei giochi online e sulle varie piattaforme. Se i giocatori più anziani non vi fanno ricorso, questo mondo è frequentatissimo da giovani e giovanissimi. Discorso delicato, perché spesso questi giochi sono gratuiti. A pagamento sono però dei bonus che conferiscono potenziamenti al giocatore, che trova appagante questo meccanismo. Ecco, è il primo passo verso il meccanismo della dipendenza. Il lockdown ha aumentato il numero di ore passato dai giovani online, anche semplicemente con un tablet o uno smartphone. E contestualmente è aumentato il passaggio al gioco d’azzardo dei più giovani». Per ricevere aiuto: coordinamento no slot: 347/7625657; Serd 0376/435516. —
 

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