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LA SCUOLA

Ultima campanella dell’anno Covid, a Mantova in oltre mille: «Mai più doppi turni»

Appello di docenti e genitori delle superiori di Mantova a ministri, Regione, Comune e provveditore

m.v.
2 minuti di lettura

MANTOVA. L’ultima campanella, squillata l’8 giugno, segna la fine del secondo anno scolastico in balìa dell’emergenza Covid con alunni e docenti messi a dura prova da aperture a singhiozzo, didattica a distanza, doppi turni. Nessuno può ancora prevedere come si tornerà sui banchi a settembre, ma oltre mille tra insegnanti e genitori delle superiori mantovane una cosa la sanno già: non vogliono più sentir parlare di doppi turni.

In 1.140: basta doppi turni

«Questa sperimentazione non funziona e non funzionerà»: si chiude così la lettera seguita da 1.140 firme inviata nei giorni scorsi ai ministri Bianchi (Università), Speranza (Salute) e Giovannini (Infrastrutture), ai presidenti delle Regioni Lombardia e Veneto, Fontana e Zaia, all’assessore regionale lombardo Moratti, al prefetto Formiglio, al presidente di Trenord Santini, al provveditore Zani, al presidente della Provincia Morselli, al sindaco Palazzi e agli assessori Pedrazzoli (istruzione) e Rebecchi (trasporto pubblico), nonché al presidente di Apam Daniele Trevenzoli. Lettera in cui nell’esprimere la propria «disapprovazione nei confronti della «sperimentazione del doppio turno» e nel temere che «venga adottata come prassi durante il prossimo anno scolastico», ne elencano le principali criticità.

Tempo scuola e di studio ridotto

Il doppio turno scattato il 26 aprile scorso prevede per alcune scuole l’inizio lezioni alle 8.10 e per le altre alle 10 con uscita rispettivamente, alle 12.20 e alle 14.10 (o anche alle 15) e l’alternanza dell’orario di ingresso di due settimane in due settimane. «Le unità orarie sono decurtate di almeno dieci minuti – fanno presente i firmatari – con la conseguente perdita di quasi una settimana di lezione ogni quattro di doppio turno». Lo slittamento in avanti dell’orario scolastico comporta anche «una perdita secca di tempo da dedicare allo studio» con i ragazzi che, arrivati a casa alle 16, riescono a iniziare a studiare «ben dopo le 17» e nelle due ore mattutine libere riescono comunque a far poco «in quanto chi arriva da fuori città si mette in viaggio anche prima delle otto, mentre chi abita in città può solo contare su un ripasso veloce». Inoltre «le attività di supporto allo studio organizzate dalle scuole sono nel primo pomeriggio – si legge ancora nella lettera – e con il turno delle dieci questa programmazione è resa molto difficile, per non dire impossibile».

Stop attività extrascolastiche

Altra criticità segnalata da genitori e docenti: annullamento quasi totale del tempo a disposizione per attività extrascolastiche, quali quelle sportive, di volontariato, musicali o artistiche, «che vengono considerate necessarie ai fini della valutazione per l’ammissione all’esame di Stato, e che comunque sono essenziali per l’equilibrio psico-fisico dei ragazzi». Insomma «il doppio turno bisettimanale non permette in alcun modo una programmazione oraria stabile di queste attività, da organizzare insieme allo studio».

I disagi di chi abita fuori città

Disagi che si moltiplicano per i ragazzi residenti fuori città. «Il disallineamento tra orario dell’attività scolastica e orario dei mezzi di trasporto costringe diversi ragazzi ad arrivare in città molto prima delle dieci e a dover attendere la corriera per il rientro a casa anche per più di un’ora, sempre che questa abbia ancora posti disponibili». Per non parlare «dei ragazzi che raggiungono Mantova con il treno oppure con linee di trasporto pubblico che fanno capo ad altra Regione (il Veneto in particolare). In questi casi gli orari ferroviari hanno subito nessuna o solo una minima variazione di adeguamento a quelli delle scuole di Mantova».

La richiesta: tutti a scuola alle 8

Criticità già presentate al “Tavolo provinciale permanente - Tavolo ristretto scuola” organizzato dalla Prefettura dal 20 maggio. E che vedono genitori e docenti tornare a chiedere «che per tutte le scuole superiori della città di Mantova si possa garantire, nel rispetto della percentuale dei ragazzi in presenza, a partire dal 13 settembre l’orario scolastico ordinario con inizio alle otto e durata conforme al periodo pre-pandemico».

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