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I noleggiatori di bus: pronti a collaborare

I privati: tanti di noi non sono stati contattati per il trasporto degli studenti. L’azienda pubblica chiamate l’agenzia

Sandro Mortari
2 minuti di lettura

MANTOVA. «Hanno trovato solo otto mezzi disponibili? Mi piacerebbe sapere chi hanno contattato e con che criterio. A me e ad altri colleghi che conosco nulla è stato chiesto». Laura Castorina, titolare di una ditta di noleggio con conducente con sede a Volta mantovana e rimesse a Marmirolo e a Mantova, solleva un problema molto di attualità in questi tempi di pandemia: il trasporto pubblico per gli studenti che deve fare i conti con il riempimento dei mezzi all’80% e le conseguenti difficoltà di organizzare il loro ingresso a scuola in un turno unico.

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«Non capiamo – dice l’imprenditrice – perché non si possa collaborare con il pubblico. Io ho dei colleghi che mi hanno detto di non essere stati contatti da Apam, ma di avere due pullman con 30 e 50 posti da mettere a disposizione. Invece di otto mezzi ce ne sarebbero stati dieci. E poi, vorremmo capire quanti ne servirebbero effettivamente per evitare il doppio turno a scuola. Abbiamo anche i mezzi per trasportare otto passeggeri che potrebbero andare bene».

La sensazione dei privati è che il pubblico non voglia collaborare con loro. Lo dice chiaramente Francesco Artusa, presidente di Sistema Trasporti, l’associazione che raggruppa le aziende di noleggio con conducente: «Non mi risulta – conferma – che a Mantova tutti i colleghi siano stati contattati per andare in supporto al trasporto pubblico. In più, non esiste alcun criterio in base al quale scegliere le collaborazioni. La prova è stata l’audizione che ho avuto di recente in commissione trasporti alla Camera; quando abbiamo dato la nostra disponibilità a collaborare soprattutto in realtà piccole come quelle di Mantova per i servizi aggiuntivi per gli studenti, il rappresentante di Anav, l’associazione delle imprese del trasporto pubblico aderente a Confindustria, ha detto che questa cosa porterebbe via passeggeri al trasporto pubblico locale. Mi sembra una protezione inopportuna di interessi seppur legittimi. Se ci contattassero saremmo in grado di soddisfare le richieste. Certo, la gestione deve essere sostenibile. Regione Lombardia aveva fissato orientativamente un massimo di 250 euro giornalieri per il nostro servizio, il minimo sindacale per starci dentro come si dice. Se però le aziende pubbliche hanno contattato i colleghi offrendo 100 euro è chiaro che non trovano disponibilità. Il problema è che non c’è obbligo di rendicontazione da parte delle aziende che ricevono i soldi dello Stato: se non spendono, i soldi restano in cassa e con il doppio turno si usano gli stessi mezzi per fare più giri e si guadagna di più».

L’Agenzia del trasporto pubblico locale di Mantova e Cremona che regola il servizio è chiara: «Abbiamo la possibilità di pagare i servizi aggiuntivi per il Covid con i soldi dello Stato – dice il direttore Massimo dall’Acqua – ma a organizzarli con uomini e mezzi deve essere Apam». Quindi, tocca ad Apam rispondere sui noleggiatori privati: «Noi – spiega l’amministratore delegato Claudio Garatti – abbiamo contattato le aziende, anche fuori provincia, una prima volta in gennaio sulla base della lista fornitaci dalla Camera di Commercio di Mantova, e poi una seconda in luglio. La disponibilità definitiva su Mantova, perché questo è il problema, era solo per otto bus quando ce ne servirebbero 40-50 per trasportare i 1.200 studenti appiedati con i mezzi all’80%. Se qualcuno non è stato contattato può contattare noi o l’agenzia del trasporto pubblico Mantova e Cremona e manifestare la propria disponibilità». 

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