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Mancati aumenti delle tariffe idriche: Aimag ricorre al Tar contro i mantovani

La società vuole recuperare i costi di gestione fino al 2025. E così rallenta la marcia verso il gestore unico provinciale

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MANTOVA. La “guerra” tra Aimag e i Comuni mantovani amplia il terreno di scontro. Dopo la defenestrazione dei consiglieri di amministrazione espressi dai Comuni mantovani contrari alla vendita della società al colosso emiliano Hera (a cui sono favorevoli i modenesi), ad accrescere la tensione arriva il ricorso al Tar della società contro la conferenza dei sindaci, la Provincia e l’Ato di Mantova per i mancati aumenti tariffari del servizio idrico integrato dal 2020 al 2023. I mantovani hanno deciso di resistere, per cui si aspetta il pronunciamento dei giudici amministrativi.

Aimag rivendica gli aumenti tariffari, finora negati da Ato e Provincia (nemmeno inviati all’autorità garante Arera), per recuperare i costi di gestione. Il conto presentato è di circa 13 milioni 845mila euro per coprire le spese sostenute dal 2012 al 2025, data di scadenza della concessione del servizio. Aimag ritiene che l’incremento dello 0,5% delle tariffe sia per il 2022 che per il 2023 sia insufficiente dopo che erano state mantenute ferme quest’anno e l’anno scorso e dopo che erano stati bocciati gli aumenti chiesti tra il 2012 e il 2015 e dopo che per il 2016-19 era stato accolto soltanto un incremento del 7,45% a fronte di una richiesta dell’11,5%.

Aimag con il ricorso chiede l’annullamento delle ultime delibere della conferenza dei sindaci, dell’Ato e del consiglio provinciale e, soprattutto, di recuperare i quasi i 5,7 milioni negati fino al 2018 e che al 2025 saliranno a 13,8. Si tratta del canone che ha pagato ai Comuni soci, nel corso degli anni, per acquedotti, depuratori, reti fognarie e idriche da loro concessi in uso e delle quote di capitale sociale date agli stessi Comuni per quelli ottenuti in usufrutto. La prima quota, secondo la società, ammonta a 7.638.339 euro, mentre la seconda a 6.207.363 euro.

Nel 2018 Aimag si era rivolta al Tar Lombardia per chiedere l’annullamento delle delibere che avevano impedito gli aumenti precedenti e i giudici avevano dato ragione alla società, decretando l’illegittimità della decisione di Provincia e Ato. I mantovani hanno presentato ricorso al Consiglio di Stato e la sua sentenza è attesa entro l’anno o, al massimo, all’inizio del prossimo.

Forte del pronunciamento dei primi giudici lombardi, la società con sede a Mirandola confida nell’accoglimento anche del secondo ricorso che le permetta di recuperare il pregresso. Se il Tar le desse ragione, per i residenti nei sette Comuni della bassa serviti da Aimag (Quistello, Borgocarbonara, Borgo Mantovano, Moglia, Poggio Rusco, San Giacomo delle Segnate e San Giovanni del Dosso) si prospetterebbe una stangata sulle bollette. Il costo dell’acqua andrebbe alle stelle, visto che già si parte da una base che è la più alta in tutta la provincia. Il tutto non accelererà di certo la marcia verso il gestore unico dell’acqua su tutta la provincia: per avere i sette Comuni della Bassa, a questo punto, bisognerà aspettare il 2025, data di scadenza della concessione.

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