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Pirossina, ultimo atto: il sindaco di Castiglione delle Stiviere ora mostra le chiavi dell’ex cava

L’esproprio va a buon fine: la superficie è ora del Comune. Volpi: «Lo spettro della discarica è davvero alle spalle»

Luca Cremonesi
2 minuti di lettura

CASTIGLIONE DELLE STIVIERE. Il sindaco Enrico Volpi mostra con emozione le chiavi dei cancelli dell’ex cava Pirossina che, da ieri mattina, è ufficialmente di proprietà del Comune. Si chiude così una storia lunga oltre 25 anni che, solo otto mesi fa, confessa il primo cittadino, «era ancora legata alla discarica. La proprietà non ci aveva nascosto la sua volontà di realizzare, in quell’area, un impianto per stoccaggio di rifiuti».

Ora, invece, a seguito dell’operazione voluta dall’amministrazione Volpi, l’esproprio è diventato realtà e l’ex cava, utilizzata negli anni’90 per cavare ghiaia utile e necessaria per la costruzione della tangenziale, è di proprietà dei castiglionesi.

«Nei prossimi giorni metteremo un cartello che dirà proprio questo – spiega Volpi – perché ora il rischio di discarica è definitivamente tramontato. Sono emozionato e allo stesso tempo orgoglioso di quanto abbiamo fatto, e ringrazio la mia giunta, la mia maggioranza e gli uffici, in particolar modo l’ufficio tecnico che, in questi mesi, ha lavorato con grande professionalità per raggiungere questo risultato. Se penso che qualche mese c’era chi ci diceva che eravamo pazzi e che mai avremmo raggiunto questo risultato... Ora, invece, abbiamo le chiavi e avremmo voluto celebrare con i castiglionesi questo passaggio ma c’era l’esigenza di agire nel rispetto anche delle norme sanitarie in atto».

Ora possono partire le gare d’appalto per realizzare il grande progetto di recupero dell’area: un’area feste oltre a una zona verde e un bosco.

«Il pericolo che abbiamo corso è stato reale» dice Volpi che coglie l’occasione per ricordare le tappe di questa vicenda che «ha inizio nel 1995, con lo scavo della cava per reperire materiale per la realizzazione della nuova tangenziale di Castiglione».

«Nell’ottobre del 1996 – aggiunge – in Provincia arrivano due richieste: la prima è della ditta Mazzi, per una discarica di rifiuti inerti, la seconda quella di Ambiental Geo per una discarica di rifiuti speciali. Questa seconda società, oggi proprietaria dell’area, è riconducibile al gruppo Systema Ambiente, che fa capo alla multi-utility A2A e a una delle principali imprese italiane nel settore rifiuti. Il sito avrebbe previsto un deposito di rifiuti con un volume di 1, 2 milioni di metri cubi, equivalenti a 1, 4 milioni di tonnellate in trattamento e in discarica e una superficie di 104.109 metri quadrati. Lo scavo sarebbe stato profondo 12, 5 metri e la collina di rifiuti avrebbe raggiunto l’altezza di 12 metri, con una circolazione di almeno 50 camion in entrata al giorno e 50 in uscita. Ma, nonostante la ferma opposizione di cittadini, associazioni e Istituzioni, le passate amministrazioni non avevano recuperato la proprietà dell’area. Noi invece abbiamo deciso, attraverso il progetto della creazione dell’area feste e di riqualificazione ambientale collegata, di perseguire la volontà di esproprio, supportata, per quanto riguarda l’indennità alla proprietà, dalla perizia eseguita dall’agenzia delle Entrate».

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