MANTOVA. Che rumore fa la solitudine, nel corridoio vuoto dei giorni sempre uguali, col mondo fuori ancora ostaggio del virus? Il rumore di passi estranei nella geografia delle proprie cose, sentiti o immaginati. Passi minacciosi, di ladri. Come quelli che hanno messo in allarme due signore anziane e sole, una a Mantova e l’altra a Curtatone, talmente in ansia da chiamare la polizia.

Falso allarme in entrambi i casi, per fortuna: niente ladri, ma troppa solitudine a rapinare la serenità delle due signore. Tanta fatica emotiva a rammendare tra loro giorni vuoti di relazioni, parole e premure. Soprattutto adesso, in questo orizzonte minato dalla pandemia e attraversato dalla diffidenza. L’ansia da contagio è già contagio.

Gli agenti della Volante hanno letto e compreso la situazione – riferisce la questura – e, dopo aver rassicurato le due donne, sono rimasti ad ascoltarle, a offrire loro un po’ di quel tempo che nessuno sembra più avere, anche adesso che il mondo ha rallentato. Le signore hanno messo in fila affanni e problemi, senza pretendere soluzioni, probabilmente già confortate così, nel calore di un dialogo improvvisato. Nonostante mascherine, distanze e divise. Ascolto partecipe, quello dei poliziotti, che hanno avuto anche un’altra premura: avvertire i servizi sociali.

«Si tratta di storie che si ripetono più spesso di quanto si pensi, il più delle volte senza clamore, e sono espressione di quella polizia di prossimità che è sempre presente quando c’è bisogno, anche in situazioni di disagio sociale – segnala il questore Giannina Roatta – Gli agenti sono stati bravi e li ringrazio per aver svolto con dedizione il loro servizio e per aver prestato la necessaria assistenza alle due anziane signore, che potranno sempre contare sulla polizia di Stato».

E, si spera, anche su un mondo meno distratto e più generoso del proprio tempo.