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Gli ortodossi pregano per la pace. E domenica 27 febbraio il vescovo di Mantova li incontrerà

A Mantova il pope Ionita e monsignor Busca saranno a colloquio con padre Ivan : al sacerdote greco-cattolico sarà portata la solidarietà della diocesi mantovana

Sandro Mortari
2 minuti di lettura
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MANTOVA. La politica divide ma la fede può unire. È il caso delle famiglie russe e ucraine che vivono a Mantova. In realtà, sono di più le seconde rispetto alle prime (gli ucraini che abitano in città, secondo il sindaco Palazzi, sono 566, mentre in tutto il Mantovano, secondo la Provincia, erano 1.888 nel 2019; pochi, invece, i russi).

A Mantova ci sono famiglie ucraine, russe e moldave di religione ortodossa e famiglie ucraine di rito greco-cattolico. Domenica 27 febbraio  il nuovo parroco di quest’ultima comunità, padre Ivan, si insedierà con una messa che si terrà alle 10 nella chiesa di San Martino, il tempio che provvisoriamente ospita la comunità che di solito si riunisce nella chiesa del Gradaro ma che a causa delle restrizioni Covid si è rivelata troppo angusta per accogliere tutti. «È un giovane, bravissimo sacerdote» lo presenta Giulia, una signora dell’Ucraina che vive a Mantova da tempo.

In questo frangente, però, il pensiero va a quanto sta succedendo nella sua terra d’origine, invasa e martoriata dai russi. A stento trattiene le lacrime: «Io sono dell’ovest dell’Ucraina e il momento è molto brutto. I russi stanno bombardando tutte le città. Il nostro popolo sta contendendo metro per metro ai russi la nostra terra, ma Putin non si ferma. Vuole ricostruire l’impero e bisogna assolutamente fermarlo, sennò dopo di noi toccherà alla Polonia e alla Romania. Per questo bisogna che tutti domenica 27  andiamo in piazza Sordello a manifestare».

È la risposta che i sindacati, le istituzioni e le associazioni mantovani daranno all’invasione della Ucraina da parte dei russi. Domani, poi, anche il vescovo di Mantova Marco Busca esprimerà la propria solidarietà alla comunità greco-cattolica ucraina facendo visita al nuovo sacerdote. «Ci stringiamo tutti in preghiera attorno a queste persone – si legge sul sito internet della Diocesi – che sono per noi amici, colleghi, famigliari e molto altro» ricordando il digiuno nel mercoledì delle ceneri proposto da papa Francesco «come strumento di preghiera universale». Anche dalla parte ortodossa arriva massima solidarietà all’Ucraina.

Ad esprimerla è padre Ion Ionita, il pope del patriarcato di Mosca che ogni fine settimana viene da Verona a Mantova per celebrare le funzioni religiose in Sant’Apollonia. «Come chiesa – dice padre Ionita riferendosi alla varie nazionalità della comunità ortodossa – siamo sempre vicini a tutti i nostri fedeli. Qui a Mantova ci sono famiglie russe e ucraine, anche se le prime sono poche e la maggioranza sono quelle moldave. Domenica, dopo la messa, faremo visita alla comunità greco-cattolica ucraina per portare un messaggio di solidarietà, a dire loro che siamo vicini al popolo ucraino e che portiamo nel cuore il loro dolore».

Dice di aver parlato con alcuni giovani uomini e donne «che, indifferenti al pericolo che corrono, stanno pensando di tornare in Ucraina per essere vicino ai loro genitori e aiutare il loro paese, ma non per combattere ma solo per proteggere i familiari. Però, tutto è bloccato e potrebbero viaggiare solo in auto o in pullman. Sto parlando ai fedeli per capire se possiamo fare qualcosa da qui per chi si trova in Ucraina; se c’è bisogno, ci organizzeremo per mandare aiuti. Saremo sempre vicini a loro e in questo momento dobbiamo pregare il signore perché porti la pace». 

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