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Nell’operazione antiterrorismo controlli anche vicino a Villastrada

R.N.
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DOSOLO. La Digos di Genova, coordinata dalla Direzione distrettuale antiterrorismo, ha messo a segno un’importante operazione di contrasto al terrorismo di matrice jihadista. Le indagini hanno lambito anche il Mantovano: in particolare un sopralluogo è stato effettuato martedì mattina a Villastrada, dove molti cittadini hanno notato la presenza, decisamente inconsueta per il paese, di cinque Pantere della Polizia.

L’autorità giudiziaria del capoluogo ligure ha disposto l’esecuzione di quattordici ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti cittadini pakistani accusati di associazione terroristica internazionale. L’indagine era partita nel 2020, quando era stata segnalata la presenza in Italia di cittadini stranieri che avrebbero avuto contatti con Hassan Zaheer Mahmood, il 27enne pakistano che, il 25 settembre di quell’anno, a Parigi, aveva gravemente ferito con un machete due persone, nei pressi dell’ex sede della rivista satirica “Charlie Hebdo”, a suo dire per “vendicare” la ripubblicazione di alcune vignette sul Profeta.

L’attività d’indagine ha fatto registrare una svolta nell’aprile scorso, quando il principale indagato – il 24enne operaio pakistano Y. T., in precedenza residente in Liguria – è rientrato in Italia. Grazie a complesse intercettazioni ambientali e telefoniche, nonché al monitoraggio dei social network e al controllo dei gps, delle telecamere e dei telefoni (nove milioni di righe di traffico), il giovane – che cambiava spesso luogo di lavoro – è stato fermato martedì mattina a Fabbrico (Reggio Emilia). Sempre a Fabbrico, nei mesi scorsi, si sarebbero svolti incontri del gruppo.

L’obiettivo dei fondamentalisti, stando agli inquirenti, era di costituire in Italia una cellula autonoma, autodenominatasi “Gruppo Gabar”, aderente a una rete terroristica internazionale di matrice jihadista. Y. T. sarebbe stato il punto di riferimento per il reclutamento, l’individuazione di un covo, l’acquisto di armi, l’ospitalità dei sodali provenienti dall’estero e i rapporti coi vertici dell’organizzazione. Tutti gli altri pakistani coinvolti erano peraltro in contatto con l’attentatore di Parigi. La Digos di Genova, nell’operazione, ha coinvolto anche le Digos di Reggio, Firenze, Treviso e Brindisi. I destinatari di alcune delle misure cautelari si troverebbero all’estero, per cui le ricerche sono state diramate in particolare in Spagna e Francia. Attività di perquisizione hanno interessato invece i territori di Ferrara, Mantova, Savona e Macerata. R.N.

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