A Mantova domenica speciale per Sant’Andrea con i Sacri Vasi
La prima pietra fu posata il 12 giugno 1472 L’apertura al pubblico sarà dalle 15.30 alle 17.45

MANTOVA. La prima pietra della chiesa di Sant’Andrea fu posata il 12 giugno 1472. Da quel giorno, domenica prossima,12 giugno, saranno passati 550 anni precisi. La costruzione della chiesa trova ragione nella reliquia oggi custodita nella cripta: secondo la tradizione, il preziosissimo sangue di Gesù conservato nei sacri vasi che domenica potranno essere ammirati dalle 15.30 alle 17.45.
Le vicende della reliquia, portata a Mantova dal soldato Longino che trafisse il costato di Gesù, sono complesse. Smarrita due volte, la reliquia fu due volte ritrovata, nell’anno 804 e nel 1048 sempre grazie all’apparizione dell’apostolo Andrea. Anche le vicissitudini dei vasi si perdono nei meandri della storia. In origine l’ampolla con dentro il sangue era una. Quando nel 1401 si ruppe, il capitano del popolo Francesco I Gonzaga la sostituì con due vasi. Nel 1527 tutto venne trasferito in due nuovi vasi fatti cesellare da Isabella d’Este. Che vennero rubati dai soldati austroungarici nel 1848. Così nel 1876 ne furono realizzati due nuovi, pagati dall’imperatore austriaco Francesco Giuseppe come risarcimento del furto di 28 anni prima. Dentro questi vasi venne messa una porzione del sangue che era conservata nel duomo. La cassa che contiene questi vasi viene aperta ogni anno il 12 marzo e il venerdì santo, con 12 chiavi che dischiudono 13 serrature: una cerimonia molto solenne e suggestiva che sarà ripetuta in via del tutto eccezionale domenica, festa della santissima Trinità. Il programma prevede, nella cripta, il rito dell’apertura dell’altare-cassaforte. I due vasi saranno poi portati nella basilica ed esposti alla venerazione dei fedeli.
All’orazione silenziosa e individuale si affiancherà un’invocazione per la pace in Ucraina. Alle 18.30 la messa sarà concelebrata dal vescovo Marco Busca e dall’arcivescovo Anselmo Guido Pecorari; presiederà il vescovo Carlos Alberto Moreira Azevedo, delegato per i Beni culturali del Pontificio consiglio della cultura. Le iniziative proseguiranno fino a maggio dell’anno prossimo. Il programma completo è ancora da definire. Tra gli eventi di quest’anno l’esposizione di autografi in Archivio di Stato e un convegno su Alberti. Verso la fine di settembre tornerà in Sant’Andrea il padiglione seicentesco - grande complesso tessile, restaurato da Intesa Sanpaolo, ora in mostra a Napoli, a Palazzo Zevallos Stigliano - formato da un basamento su cui venivano appoggiati i sacri vasi, più una struttura sospesa con cortine laterali e capocielo con ricamata la colomba dello Spirito Santo, oltre al drappo col pellicano mistico utilizzato isolatamente per posarvi i vasi.
Nella basilica la sera del 20 giugno sarà eseguito il “Vespro della Beata Vergine” di Claudio Monteverdi, del 1610, per un grande coro e orchestra diretti dal maestro Antonio Greco. Nella sacrestia del Preziosissimo Sangue, sul retro della cappella dell’Immacolata, la seconda sul lato sinistro della navata, resta aperta fino al 30 novembre la mostra di monete, libri e documenti “La Reliquia del Sangue e i Sacri Vasi”.
Nella cappella di Sant’Antonio, la seconda sul lato destro, si può ammirare la grande croce realizzata dagli orefici veronesi Giovanni e Girolamo Bellavite, padre e figlio, fissata nel 1760 sul cupolino a 100 metri da terra. Tolta nel 1999 per andare in restauro, è da poco tornata in basilica. Al suo posto, sul cupolino, rimane una copia.
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