Offese al monumento dei partigiani, a Pegognaga un centinaio di persone al presidio
Manifestazione organizzata dall’Anpi: «Ora basta. Dobbiamo ribellarci alle ingiurie sui social»
Vittorio Negrelli
PEGOGNAGA. Un centinaio di cittadini, rappresentanti delle istituzioni, delle forze politiche e delle associazioni locali, hanno partecipato al “Presidio - Testimonianza” promosso dalla sezione Anpi di Pegognaga per condannare l’offesa perpetuata via social al Monumento alla Resistenza, simbolo di memoria, civiltà e democrazia definito “pisciatoio”.
Un corale abbraccio virtuale è stato connotato dall’intervento del presidente Anpi Elia Scanavini: «Abbiamo deciso che dovevamo denunciare questo grave fatto; abbiamo scritto al sindaco in modo schietto ‘è giunto il momento di ribellarsi e denunciare queste ignobili offese. Non abbiamo chiesto che si pattugli ogni post che viene pubblicato in rete e tantomeno abbiamo fatto osservazioni sull’operato dell’amministrazione per quel che riguarda iniziative e progetti. Anpi però non è soddisfatta, il vero interlocutore della risposta era la Rete e non i cittadini che riuniti sotto la sigla di una associazione chiedevano un riscontro su di un fatto grave rivolto alla Torretta scrigno di storia, affetti e memoria per tanti nostri concittadini. La storia delle famiglie di Pegognaga che qui hanno ottenuto un luogo caro meritano tutto il rispetto che tributiamo ogni 25 aprile. Per molti iscritti all’Anpi deve essere 25 aprile ‘sempre’ e questo motto lo abbiamo fatto nostro, perché ogni giorno è quello giusto se bisogna rinnovare un impegno. Ci sentiamo di esprimere solidarietà e vicinanza a quelle famiglie che si sono sentite offese da quelle parole perché questo sentimento è una pietra miliare della nostra comunità».
Il vicesindaco Antonio Lui ha condiviso il messaggio di condanna del presidente Scanavini e ha aggiunto: «C’è un forte degrado nella comunicazione individuale in rete e in questo caso si è toccato l’apice del disvalore nell’utilizzo dei social. Dobbiamo fare qualcosa contro queste forme di aggressione virtuale e sono preoccupato per la mancanza di disciplina, responsabilità, rispetto delle regole e dei valori. Non dobbiamo demonizzare la tecnologia ma occorre dare l’esempio e reagire con l’apporto delle istituzioni e l’educazione scolastica».
Teresa Morbio per “Riattiviamo Pego” ha sottolineato che «questi commenti denigratori denotano ignoranza, violenza e fascismo. Ignoranza perché si dimentica la storia che il monumento rappresenta; violenza perché c’è aggressività e prepotenza; fascismo perché irride a un simbolo partigiano. Avremmo voluto che per un simile atteggiamento fosse stata inoltrata una denuncia da parte delle istituzioni”. Nel suo intervento Marco Carra, segretario del Pd, ha stigmatizzato l’offesa ad un luogo che rappresenta chi ha liberato il nostro paese dal nazifascismo.
«Un luogo – ha detto Carra - che ci fa comprendere cos’è la speranza, il diritto di battersi per una società più giusta e migliore. Questo luogo va custodito con cura ed amore, va protetto dall’ignoranza e dalle cattiverie, il nostro pensiero va ai Partigiani di Pegognaga e alla loro lotta per la democrazia e libertà.» Accorata la testimonianza e la condanna dei concittadini Nilla Placanini ed Aldo Bettegazzi nel ricordo del papà partigiano.
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