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San Cristoforo a Mantova va in concessione agli Amici di Palazzo Te

Il Demanio ha assegnato l’ex chiesa all’associazione culturale per recuperarla e trasformarla in centro espositivo

Sandro Mortari
2 minuti di lettura
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MANTOVA. La lunga vicenda dell’ex chiesa di San Cristoforo, che si trova all’incrocio tra via Giulio Romano e via Acerbi, si è conclusa. Almeno riguardo a chi dovrà occuparsi del suo futuro, del recupero e della restituzione alla città. D’ora in più si aprirà un’altra pagina.

Mercoledì 12 ottobre l’Agenzia del Demanio ha reso noto i nomi dei soggetti che si sono aggiudicati gli immobili dello Stato proposti in concessione di valorizzazione tramite bandi di gara pubblici. Quello relativo a San Cristoforo, per la cronaca, fu pubblicato nel dicembre dello scorso anno. In meno di dodici mesi l’Agenzia ha deciso la sorte dell’ex chiesa.

«Si tratta – si legge in una nota del Demanio in cui annuncia le decisioni assunte – di nove strutture dislocate in tutta Italia affidate, per un massimo di 50 anni, a privati in grado di farsi carico del loro recupero, riuso e buona gestione riqualificate grazie al progetto Valore Paese Italia, il programma promosso dall'Agenzia del Demanio, con il ministero dei beni culturali, l’Enit e Difesa Servizi spa, in stretta collaborazione con altri ministeri e partner istituzionali coinvolti».

In Lombardia l’edificio interessato, oltre all’unità immobiliare di via Stenico a Cremona, era l'ex chiesa di San Cristoforo di Mantova affidata ora all'Associazione Amici di Palazzo Te e dei musei Mantovani che intende farne uno spazio multifunzionale per attività espositive, spettacoli e attività promozionali dell'imprenditoria locale. Oltre all’ex tempio del 1400 con rifacimenti settecenteschi, la concessione riguarda anche un appartamento di 615 metri quadrati che si trova sopra il vicino Carmelino e l’ampio giardino annesso (802 metri quadrati).

Tutti spazi che rientrano nel progetto degli Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani, già protagonisti del recupero della Madonna della Vittoria e attualmente impegnati in quello delle Pescherie. San Cristoforo era la chiesa del monastero dei Celestini; fu poi sconsacrata e convertita prima in deposito militare e poi in magazzino civile. Negli anni è finita nell’oblìo fino a diventare un peso per lo Stato, il proprietario, incapace di custodirlo e conservarlo. Negli ultimi anni quello spazio è stato riscoperto per mostre e incontri proprio dagli Amici di Palazzo Te in collaborazione con l’Ordine degli architetti e il Politecnico.

«L’assegnazione c’è stata, ma è condizionata alla presentazione del nostro piano asseverato da una banca» mette le mani avanti Italo Scaietta, presidente degli Amici di Palazzo Te: «Dovremo presentare questo documento entro fine ottobre. Una richiesta strana visto che non è che la banca faccia da garante. Forse il Demanio si vuol tutelare dopo che la prima volta, quando l’ex chiesa fu concessa ad un privato che voleva trasformarla in un mercato coperto, tutto andò a monte».

Parla poi del progetto: «San Cristoforo, a metà del percorso del principe, ospiterà mostre, concerti e incontri come Madonna della Vittoria, ma con più spazio a disposizione. L’intervento sarà spalmato nel tempo visto che ora siamo concentrati sul recupero delle Pescherie; la prima cosa che faremo, a parte la messa in sicurezza dell’edificio, sarà la valorizzazione del giardino per aprirlo al pubblico la prossima estate».

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