A Moglia ingresso a scuola senza vigilanza: continua la protesta dei genitori
La minoranza di CambiaMOglia contesta il sindaco: «Non ci risultano cambi di orari e scaglionamenti di entrate e uscite»
Mauro Pinotti
Continua a Moglia la protesta di alcuni genitori per il mancato servizio di vigilanza e chiusura delle strade davanti alle scuole, all’entrata e all’uscita dell’orario scolastico, attivo fino all’anno scorso, e da molti anni presente.
Al malcontento si unisce la forte preoccupazione, soprattutto per gli alunni della scuola primaria, la cui sede si trova adiacente al centro del paese in piazza Martini. Lì le auto possono sostare, e non sempre in modo ordinato, e transitare: seppur coi limiti di velocità, permane il pericolo di incidenti.
Stessa situazione, di mancato servizio, per gli studenti della media, scuola situata nella struttura temporanea di piazza Di Vittorio. Fino all’anno scorso il servizio di sicurezza, di competenza del Comune di Moglia da parte dell'ex giunta Maretti, era coperto da polizia municipale, associazione nazionale carabinieri e volontari, questi ultimi a titolo gratuito, per la chiusura delle strade 10 minuti prima dell’entrata a scuola e 10 prima dell’uscita.
All’interpellanza della minoranza consigliare CambiaMOglia, il sindaco Claudio Bavutti aveva risposto che «i volontari non erano più necessari, perché era stato concordato con la scuola un orario consono, per evitare un eccessivo traffico e flusso di studenti».
«In realtà, a quanto ci riferiscono i genitori, l’orario scolastico non è cambiato e nessuno scaglionamento di entrata e uscita è stato fatto, ma sono stati cambiati solo i punti di entrata e uscita delle classi della primaria – ribatte il capogruppo dell'opposizione Giuseppe Gatti – Tre i punti di entrata e uscita: per le prime, per le seconde e terze e per le quarte e quinte. È chiaro che ciò non coinvolge il tema della sicurezza stradale, ma eventualmente quella del Covid, stessi quindi gli orari per tutte le classi dei vari plessi».
CambiaMOglia, condivide la preoccupazione dei genitori: «È difficile credere ad un accordo con la scuola circa gli orari di apertura e chiusura – incalza Gatti – e non perché la dirigenza non sia disponibile al dialogo costruttivo, ma perché la scuola è pubblica e statale e quindi, nonostante l’autonomia, segue generalmente gli orari standard dettati dalla Regione Lombardia, che ne definisce il monte ore, l’inizio e la fine dell’anno scolastico».
«Politicamente - aggiunge in conclusione Gatti - la questione contraddice quanto enunciato nelle linee programmatiche, dove parla di “sensibilità sociale” – conlclude Gatti – Qui i soggetti coinvolti sono dei minori, e che “la sicurezza troverà una attenta risposta” non ci sembra stia avvenendo. Sicurezza dei nostri ragazzi, significa sentirci al sicuro e protetti».
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