Condannato per la violenza sulla nipote 12enne nella tenda post terremoto
Un anno e sei mesi di reclusione a un settantenne di Carbonara Po. L’uomo non potrà più recarsi in luoghi frequentati da minori
Giancarlo Oliani
Un anno e sei mesi di reclusione: è questa la condanna inflitta a un settantenne di Carbonara di Po, finito ieri mattina davanti al giudice per le indagini preliminari Arianna Busato, con l’accusa di violenza sessuale nei confronti della nipote, all’epoca dei fatti dodicenne.
Nel giugno del 2012, dopo il terremoto che aveva colpito Poggio Rusco, la bimba era andata a dormire dagli zii a Carbonara di Po, in una tenda improvvisata fra una casa e un garage.
La bambina, all’epoca, aveva raccontato che lo zio l’aveva chiamata vicino a sé, più volte. Una richiesta che le aveva provocato, fin dall’inizio, un profondo disagio.
«Non sapeva la soluzione delle parole crociate e ho sentito sulla mia gamba - ha raccontato la bimba - qualcosa di schifoso». In effetti, lo zio si era parzialmente denudato appoggiandosi e strofinandosi alla gamba sinistra della nipote.
La bambina da quel momento aveva manifestato forti segnali di disagio, con il lavarsi frequentemente le mani fino a farle sanguinare e sottoponendosi a lunghissime docce.
In un primo momento la bambina non aveva detto nulla ai genitori, ma si era confidata con la sorella sedicenne e qualche tempo dopo con un’amica.
Oltre alla condanna a un anno e sei mesi in abbreviato, l’uomo è stato condannato all’interdizione completa dai pubblici uffici e in tutti i luoghi frequentati da minori. Dovrà inoltre sborsare una provvisionale di diecimila euro e tremila euro di spese legali.
Gli avvocati Gianluca Pinotti e Pietro Poltronieri si sono costituiti parti civili.
A difendere l’imputato è stato l’avvocato Mauro Gavioli.
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