Il saluto a De Bellis, la figlia: «Nessun addio, sarai sempre con noi»
In San Barnaba avvocati, commercialisti e consulenti. Sergio Genovesi: «Sempre disponibile ad aiutare le persone»
VINCENZO DALAI
I banchi della chiesa di San Barnaba non sono stati sufficienti per contenere la folla riunita per l’ultimo saluto all’avvocato Mario De Bellis. Molti hanno assistito alla funzione in piedi in fondo alla navata pur di testimoniare affetto, amicizia e stima per l’82enne legale deceduto dopo una lunga malattia. Tutti stretti attorno alla moglie Celine, alla figlia Rosanna e ai familiari. Rito celebrato dal parroco don Riccardo Gobbi, coadiuvato dal vicario don Massimiliano Cenzato, dal missionario padre Francesco e dal diacono permanente Aristide Pelagatti. Presente tutta la galassia professionale di De Bellis: avvocati, commercialisti, esperti contabili, consulenti del lavoro, ma anche ex magistrati come il giudice Pasquale Pantalone e forze dell’ordine, carabinieri in pensione, il comandante della polizia locale di Borgo Virgilio, Bruno Volpi. Non poteva mancare al rito uno dei più noti colleghi del foro mantovano Sergio Genovesi: «Ho riconosciuto in Mario la dote principe di un avvocato: la completa disponibilità nel lavoro di mettersi al servizio per risolvere il problema e il bisogno delle persone».
Tra i banchi anche il generale Giorgio Battisti con la consorte Simonetta Braglia: «Nel 2009 avevo invitato Mario a una conferenza al circolo ufficiali di Verona perché era un conoscitore di storia militare, parlò in modo critico del brigantaggio nell’Italia post unitaria. Da quella prima volta ci siamo tenuti periodicamente in contatto». Nell’omelia don Riccardo ha riassunto «il percorso di vita di Mario nelle cinque parole che in questi giorni ho sentito più spesso: mente, cioè la sua intelligenza e la sapienza; cuore, la passione che metteva in tutte le cose; spirito, la comunione con Dio e il mettersi a disposizione sempre con gentilezza e discrezione e infine mani, l’impegno nel lavoro». Specializzato in diritto societario e tributario era rispettatissimo in tutte le aule dei tribunali italiani. Tra i tanti ricordi, quello raccontato dalla cugina Marisa Bonfatti Paini, ex parlamentare: «Negli anni ’60 con Mario e Giorgio, (il fratello, anch’esso deceduto) a Berlino facevamo delle foto. I militari russi ci bloccarono e ci sequestrarono passaporti e fotocamera che ci restituirono senza il rullino».
La figlia Rosanna ha voluto rievocare il padre «di immensa cultura che mi obbligava a leggere i classici della letteratura e quando mi interrogava sulle capitali del mondo nei nostri viaggi in Africa e Asia. Grande era anche la mia soddisfazione quando volavo con te come pilota». Ed ha concluso: «Non ci sono addii per noi ovunque sei sarai sempre con noi». VINCENZO DALAI
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