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Da Mantova in Portogallo per amore della danza: «Il mio futuro è in Europa»

Diciotto anni, Adelaide Grandi è stata accolta come stagista in una compagnia e ora vive in una città nel nord del Paese: «È ciò che sognavo di fare. Ora però dovrò superare l’esame di maturità al Virgilio»

Nicola Corradini
2 minuti di lettura

A diciotto anni ha avuto l’occasione di coronare un sogno che coltivava fin da bambina: entrare in una compagnia di danza contemporanea. Una passione che ha portato Adelaide Grandi, studentessa del linguistico al liceo classico Virgilio, a trasferirsi da Mantova a Vila Nova, un centro in provincia di Braga, nel nord del Portogallo. «Lo scorso aprile ho partecipato a un’audizione della compagnia di danza contemporanea Intranzyt Cia mandando tre video – racconta – in maggio mi hanno comunicato che la mia domanda era stata accolta. Così sono diventata stagista con la speranza di venir assunta tra uno o due anni. Per me è un’esperienza bellissima».

Trovarsi a diciotto anni proiettata in un’altra nazione, lontana dalle amicizie e dalla famiglia, costretta a gestire la vita quotidiana e con un impegno lavorativo importante, che mette alla prova, può spaventare o entusiasmare.

Per Adelaide Grandi è da subito prevalsa la seconda modalità. Per lei questa esperienza rappresenta solo la prima tappa di un percorso che intende fare fino in fondo: intraprendere una carriera nel mondo della danza contemporanea e, più in generale, nell’arte. «Intanto devo anche pensare a dare la maturità – spiega – dovrò per forza di cose presentarmi come privatista, non sarà semplice. Ma vale la pena affrontare questa prova, quando ho partecipato all’audizione ero consapevole di quello che avrebbe significato essere accettata. La cosa non mi spaventa, anzi, mi piace molto essere indipendente, poter gestire le mie giornate e la mia vita. Certo non è facile abbandonare, per così dire, famiglia e amici. Ma non sono una persona emotiva».

Abita da settembre in un appartamento assieme a una studentessa portoghese. «Per trovare questo appartamento mi sono rivolta a due ex stagiste della compagnia – racconta – è stato il direttore della compagnia a darmi i loro contatti. Qui ho iniziato subito, alla mattina i responsabili della compagnia mi vengono a prendere in auto per andare allo studio e dalle 10 fino alle 16 (o alle 18) ho prove e lezioni. Ho già preso parte a uno spettacolo».

A diciotto anni, per fortuna, non si vive solo di lavoro. Adelaide Grandi racconta di aver legato con ragazze e ragazzi della compagnia. «Sono la più piccola – dice ridendo – ma di poco. Non sono un tipo da discoteca, di sera andiamo in un piccolo locale in centro, stiamo bene assieme. Ogni tanto, nei fine settimana, vado a Lisbona dove ci sono due mie amiche. Frequentavamo tutte e tre la stessa scuola di danza a Mantova, l’Officina delle arti di via Bonomi. È grazie alla mia insegnante, Manuela Binco, se ho partecipato alle audizioni per questa compagnia».

Come vede il suo futuro? Arte o università? «La prima – risponde senza esitazione – spero non solo di venir assunta da questa compagnia, ma di proseguire questo percorso in varie realtà europee. In Italia, purtroppo, è difficile trovare un posto nella danza contemporanea».

Sono 37.521 i mantovani che al primo gennaio 2022 risultano iscritti nel registro dell’Aire ovvero l’Anagrafe degli italiani residenti all’estero: 2.878 in più (+8,3%, circa il doppio della media regionale) rispetto al primo gennaio 2021. Un fenomeno in continua ascesa dal 2006. I dati raccolti dalla Fondazione Migrantes mostrano che dalla Lombardia e da Mantova la fuga dall’Italia è rilevante. Abbiamo cercato di raccontare le storie di alcuni di questi emigranti degli anni Duemila

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