La protesta della pensionata: «La tassa sui rifiuti è salita del 25%»
Castel d’Ario. Effetto della tariffa puntuale. Lamentela per la carenza di informazione e per le novità relative al numero annuale di svuotamenti gratuiti
Lino Fontana
«Ho atteso l’ultima fattura relativa alla tassa rifiuti del 2022 per confrontare l’intero anno con il 2021. Vedo di aver pagato 40 euro in più, con un aumento di circa il 25 per cento e nessuno si è preoccupato di informarmi». A parlare è una pensionata di Castel d’Ario che vive sola e contesta, con forza, quanto accaduto con il passaggio da tassa sui rifiuti a tariffa (Tari) cosiddetta puntuale, ovvero si paga per quello che si conferisce. Inoltre contesta il fatto che, a quasi un anno distanza dalla novità (gennaio 2022), la Tea abbia deciso solo ora di informare i cittadini con un incontro pubblico per martedì prossimo alle 21 nel Palazzo pretorio “per chiarimenti sui contenuti della nuova bolletta e il relativo metodo di calcolo” si legge sul volantino.
La pensionata insiste anche sul fatto che, nonostante il consiglio comunale abbia deliberato le nuove tariffe per il 2022 nell’aprile scorso, solamente a dicembre, e per due giorni, la Tea ha messo a disposizione uno sportello presso il municipio per fornire dei chiarimenti. Aggiunge inoltre: «Mentre per le utenze domestiche aumenta la spesa, per quelle non domestiche mi risulta che abbiano avuto una riduzione di circa il 55 per cento. Non solo, ma è stata abolita anche una riduzione per le persone sole, di circa il 20 per cento, senza alcuna motivazione ufficiale».
Tra le novità, non certo entusiasmanti per i cittadini, anche quella di aver scoperto che da quest’anno il numero degli svuotamenti per la indifferenziata compresi in tariffa è commisurato al numero dei componenti il nucleo familiare. Così un componente ha in tariffa un solo svuotamento all’anno, due componenti due svuotamenti e così via. Tutti gli svuotamenti eccedenti a quelli in tariffa si pagano a parte.
La battagliera pensionata aggiunge anche un’altra osservazione. «Si parla tanto di privacy e il Comune ha consegnato i mie dati personali ad un altro Ente senza il mio consenso. Mi chiedo se questo comportamento sia legittimo».
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