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Mantova piange l’orefice Gaia, brillava di cultura ed eleganza

La titolare della gioielleria Tosoni è scomparsa a 51 anni dopo lunga malattia. Aveva la città nel cuore: contribuì al recupero delle Pescherie di Giulio Romano

Roberto Bo
Aggiornato alle 2 minuti di lettura

Con una laurea in Giurisprudenza non aveva seguito le orme del fratello, preferendo l’arte di famiglia. Aveva la passione per le cose belle che brillano, ma anche per quelle intrise di storia e cultura.

Gaia Tosoni, 51 anni, titolare della famosa gioielleria di via Roma – quattro generazioni di orafi, prima in via Oberdan e prima ancora in corso Umberto – è mancata domenica sera, 15 gennaio, nella sua abitazione dopo aver combattuto con coraggio e determinazione contro un tumore diagnosticato dieci anni fa. Nel dolore lascia il marito Alessandro Buratto, avvocato, la mamma Laura, i figli Riccardo 19 anni e Vittorio, 15, e il fratello Sebastiano, avvocato. I funerali il 18 gennaio alle 10 nella basilica di Sant’Andrea.

Gaia Tosoni oltre a condurre la gioielleria, gestita insieme alla madre, è stata anche presidente del comitato Meglio Mantova, sodalizio che ha raccolto le eccellenze aziendali e culturali del territorio e che ha contribuito al recupero delle Pescherie attraverso iniziative di raccolta fondi, e membro dell’Accademia Italiana della Cucina di Mantova. La commerciante, malata da tempo, a settembre aveva avuto una recidiva. «Mia sorella – sottolinea il fratello Sebastiano mentre viene colto dalla commozione – era una persona raffinata ed elegante. La sua era un’eleganza discreta, condita da un profondo senso dell’ironia. Amava l’arte, la cultura e la nostra città, tanto da impegnarsi nella raccolta fondi e in iniziative di carattere culturale come ad esempio la ristrutturazione delle Pescherie. Tutti gli anni faceva l’asta delle bottiglie con etichette d’autore per raccogliere fondi. Era una leonessa che ha combattuto contro il male fino all’ultimo, sempre con il sorriso, tanto da sorprendere anche i medici che l’avevano in cura». Solo un anno fa si era fatta promotrice dell’iniziativa «Il tuo gioiello che brailla», il nome che la sezione dell’Unione ciechi e ipovedenti di Mantova aveva scelto per la linea di gioielli ideata dalla gioielleria Tosoni per celebrare la Giornata nazionale del Braille. Commosso nel ricordo anche l’amico Italo Scaietta, presidente Amici di Palazzo: «Insieme abbiamo fatto tante cose. Quando ero capo delegazione del Fai con Gaia, e prima ancora con il papà, avevamo fatto un lavoro sulla gioielleria di famiglia e in generale la storia della gioielleria a Mantova, occupandoci anche dei gioielli dei Romanov. Gaia era attenta e sensibile al mondo della cultura. Da presidente di Meglio Mantova diede impulso forte al ruolo che il comitato aveva nel progetto della fondazione le Pescherie di Giulio Romano e organizzò molti eventi. Aveva sensibilità per la sua città e per il suo patrimonio». La gioielleria di via Roma continuerà ora l’attività con la mamma di Gaia e il personale. Quattro generazioni di orefici, la cui storia inizia nel 1919 con Gino Tosoni era proseguita con Venzio, Luciano (papà di Gaia, morto nel 2013) e infine con la 51enne scomparsa.

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