Due condanne per il delitto al Boma: all’omicida sedici anni e otto mesi
Al complice che voleva costituirsi dieci anni: la vittima 23enne uccisa a colpi di mazza da baseball. Ai due imputati i giudici hanno anche indicato l’obbligo di risarcire le parti civili con sessantamila euro
Giancarlo Oliani
Omicidio di viale della Favorita: ieri pomeriggio la sentenza del giudice Arianna Busato: Abdel Wahaad Hoshush, 31 anni, per il quale il pubblico ministero aveva chiesto vent’anni di reclusione, è stato condannato a 16 anni e 8 mesi di reclusione. Dieci anni e otto mesi, invece, per il complice, Bouchta Chari, 35 anni. Entrambi erano finiti a processo per l’omicidio del 23enne Atiljo Ndrecaj, di nazionalità albanese. Le difese dei due imputati avevano cercato di far passare la tesi della legittima difesa.
Il giovane era stato ucciso il 2 luglio del 2021. Gli avevano sfondato il cranio con una mazza da baseball, forse a seguito di una lite per motivi di droga. Sei giorni dopo la violenta aggressione, avvenuta nel piazzale del centro commerciale La Favorita, un primo autore dell’omicidio era stato arrestato dai carabinieri del reparto investigativo di via Chiassi l’8 luglio a bordo di un treno in provincia di Varese mentre, a detta sua, stava andando a costituirsi: Bouchta Chari, marocchino, disoccupato, incensurato e regolare sul territorio italiano, era stato messo subito agli arresti domiciliari. Grazie alla segnalazione dei militari era stato riconosciuto dagli agenti della polizia ferroviaria della città lombarda, che lo avevano condotto in questura e identificato. «Ero presente all fatto quella notte – aveva ammesso nel corso dell’interrogatorio il presunto omicida – ma non sono stato io a uccidere». Per poi aggiungere che i primi ad aggredire sarebbero stati il giovane albanese rimasto ucciso e l’amico che stava con lui: «Ho dovuto difendermi».
Hoshush invece era accusato di omicidio volontario in concorso. Ma anche di tentato omicidio nei confronti di Pier Francesco Ferrari, 36 anni, di San Giorgio Bigarello finito in condizioni critiche all’ospedale, anche lui preso a mazzate. Era stato catturato in Spagna e quindi estradato in Italia: individuato dai carabinieri del reparto investigativo di Mantova, era stato fermato dalla guardia civil spagnola non lontano da Gibilterra mentre cercava di rientrare nel suo paese, il Marocco. Come il complice, era accusato di omicidio volontario e di tentato omicidio dell’amico della vittima, rimasto gravemente ferito alla testa per i colpi ricevuti con la mazza. La sentenza prevede che entrambi gli imputati debbano anche versare sessantamila euro di risarcimento.
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